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Quest’anno il “nuovo” partito del centro-sinistra italiano compie 10 anni. Non potevano andare peggio.

Questo ottobre, il 14, il Partito Democratico compie 10 anni.

E non sono stati dieci anni facili. Nato dopo il successino della lista unica dell’Ulivo alle elezioni 2006, il PD doveva sostanzialmente essere frutto della fusione di Democratici di Sinistra e Margherita.

In entrambi i partiti, nelle settimane precedenti agli ultimi congressi in cui si cucinava la fusione, Correntoni e correntine hanno cercato di fermare la nascita del nuovo partito, ma con il 75% nei Ds e sostanzialmente con la maggioranza assoluta nella Margherita, le correnti per il confluimento hanno stravinto.

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La mozione viene accolta con entusiasmo dalla base, tant’è che chiunque fosse contrario è stato destinato sostanzialmente alla morte politica. Ma da allora, con l’eccezione degli anni di congresso, la partecipazione è crollata progressivamente e senza mai arrestarsi.

Dal picco di tesserati alla fondazione, quando confluirono nel PD le tessere di Ds e Margherita ai dati del 2016, ancora non ufficiali, raccolti da Repubblica — ma che il PD sta già disperatamente cercando di girare in modo positivo — i tesserati si sono più che dimezzati.

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Secondo la segreteria del Partito Democratico la campagna elettorale referendaria ha giovato al supporto del partito, con molte tessere firmate sia durante il confronto politico che nelle settimane successive alle dimissioni di Renzi, in segno di supporto al Partito. (Li chiameremo gli iscritti di Natale)

Con congresso e primarie inevitabilmente in arrivo, la vittoria di Renzi nel partito è già assicurata, alle elezioni invece, la strada è tutta in salita, e il decimo anno del PD non potrebbe iniziare peggio.