Internet è un posto piú bello: adesso c’è una fan fiction su Alessandro Di Battista con sesso, sogni premonitori, polizia che opprime i cittadini, e viaggi nel tempo. È bella quanto la democrazia.
Internet è stato scosso da un fremito, una via di mezzo tra un brivido di piacere e uno di terrore. Su internet c’è infatti, da un paio di giorni, l’inizio di una fan fiction su Alessandro Di Battista.
Pubblicata sul blog di Visiogeist, dei tipi che fanno libri, t-shirt, infografiche e altre cose, la fan fiction è impostata come un lavoro collettivo: alla conclusione dei primi paragrafi c’è un invito a collaborare alla stesura, in quella che chiaramente diventerà l’opera d’esordio del prossimo grande collettivo della letteratura post-moderna italiana.
Per i non iniziati: le fan fiction sono opere letterarie derivate da personaggi, contesti, universi di testi già editi — da Romeo e Giulietta a Naruto, se un’opera di finzione esiste, qualcuno ci ha scritto fan fiction. E se qualcuno ci ha scritto fan fiction, almeno una è erotica.
Sottogenere tutto particolare nel contesto sono le fan fiction dedicate a celebrità, gruppi, vip — in cui le eroine e gli eroi dell’autore possono davvero dimostrarsi eroi epici, salvano il mondo, o a letto, o entrambe le cose, insomma, l’importante è saper gestir bene i propri orari.
Protagonista del racconto è una giovane ragazza, Maria Clara, che ha tutti i tratti tipici della protagonista di genere. Viene descritta come semplice, mai appariscente, quasi insipida nelle prime righe, una giovanissima suora laica, alla quinta riga già scopriamo che d’estate in costume deve tenere “le braccia incrociate [per cercare] di coprire un seno sul punto di esplodere.”
Maria Clara vive una vita serena, semplice, ignora gli altri ragazzi in nome del sentore di un amore futuro, che non conosce, si prepara all’università — ma poi la tragedia colpisce: suo padre è un esodato. Maria Clara si trova imprigionata in una spirale di disgrazie, prima costretta a lavorare nei call center, poi le difficoltà con le amiche, tutte montiane, poi addirittura si trova ad un comizio di Alessandro Di Battista. (La crudeltà dell’autore anonimo nei confronti dell’eroina davvero non conosce paragoni.)
Ma è al comizio che i due trovano l’amore, ovviamente in fuga dalla celere che opprime i nostri cittadini ribelli peggio della psicopolizia orwelliana — ed è un amore subito fisico, totale, anche perché finora di fan fiction ce n’è per un po’ più di 8000 caratteri, e a 6000 già bisogna consumare, altrimenti i lettori dove vanno, cosa fanno.
[…]prese il volto di lei tra le mani e le disse, dolcemente, “nei tuoi occhi vedo il bello della democrazia”. a quelle parole lei si abbandono’ in un bacio appassionato, incurante del frastuono e delle sirene che provenivano dalla strada
Dobbiamo tuttavia amaramente notare che per quanto il racconto sia visionario, il linguaggio è asciutto e preciso, ci verrebbe da descriverlo quasi costituzionale, e non indulge nei dettagli tanto desiderati dal suo pubblico: l’unica immagine che ci viene concessa è quella del corpo nudo del Dibba, a quanto pare muscoloso, ma coperto di cicatrici, e per ognuna, un paese del mondo — “Amazzonia” “Patagonia” “India” — praticamente un Indiana Jones della politica italiana: e in fondo, tra la passione per l’archeologia — Rodotà! Rodotà! Rodotà! — e la lotta contro i nazisti, insomma, ci stiamo abbastanza.
È un eroe maledetto, legato ai propri libri prima di ogni altra cosa, pericoloso:
Lei era rapita dalle sue parole “Alessandro, sei pericoloso”
“Perché pericoloso?”
“Perché innamorarsi in questa Italia è un lusso che non ci è più concesso”
“Allora io voglio essere un nemico pubblico, Maria Clara”
Il racconto, in questo stadio della stesura, si conclude con righe di malaugurio — dopo aver passato la notte insieme, Maria Clara sogna sogni bellissimi, che vengono però interrotti da Roberto Fico che, correndo così veloce da rompere lo spazio tempo, arriva dal futuro per avvisarla: sta per succedere qualcosa di terribile, e solo i nostri cittadini possono impedirlo. Il testo si prepara quindi a una svolta fantastico-paranormale, che però l’autore aveva già adombrato, quando raccontava di elettori montiani in the wild, che come sappiamo vivono solo in riserva.
Ma cosa ci fate ancora qui, la mucca nel corridoio sta bussando alla porta — andate a leggervela tutta.