Sala: il ritorno dello jedi

Sala ha deciso di uscire dal castigo e tornare a Palazzo Marino. Ma è successo qualcosa di nuovo, per giustificare il suo ritorno a sorpresa?

Sala: il ritorno dello jedi

Sala ha deciso di uscire dal castigo e tornare a Palazzo Marino. Ma è successo qualcosa di nuovo, per giustificare il suo ritorno a sorpresa?


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Beppe Sala, dopo qualche giorno di autosospensione — qualsiasi cosa alla fine significhi — è tornato ai suoi uffici. Il Sindaco di Milano, come vi raccontavamo qualche giorno fa, aveva preso di petto la sua iscrizione al registro degli indagati su alcuni fatterelli non chiarissimi riguardo la gestione degli appalti di Expo. In attesa del Consiglio Comunale di domani, Sala ha comunicato il suo rientro sul cadregone di comando con un lungo post su Facebook.

Il contenuto della prima parte del post, in sostanza, è riassumibile con: “potevate dirmelo prima, eh.”

Sala non intende polemizzare con la magistratura, però insomma, la prossima volta un colpo di telefono eh, raga. In effetti sarebbe stato elegante da parte di chi ha scritto il suo nome sul registro degli indagati chiamare prima lui che il giornalista di fiducia per diffondere la notizia, ma non vogliamo fare la morale a nessuno — forse siamo solo gelosi perché non hanno chiamato noi. Anche se, come segnalato in questo articolo, in realtà la Procura avrebbe avvertito Sala, eccome — ma l’avvocato del sindaco avrebbe ignorato la mail di notifica.

Dunque il sindaco, secondo il suo racconto, avrebbe mandato in avanscoperta i suoi legali. Perché? Per procedere con alcune verifiche, che “in queste intense giornate hanno chiarito sufficientemente il merito dell’indagine e l’inesistenza di altri capi di imputazione.” Questa è una frase molto interessante. Da qui emerge che Sala non si è autosospeso per questa iscrizione sul registro degli indagati, ma forse per il timore che potesse essere solo la prima di una serie più o meno lunga di tegole giudiziarie — come un po’ tutti, a Milano, hanno il timore che succeda da un momento all’altro.

Inoltre, visto che di fatto non sembra essere successo nulla nel fine settimana se non queste verifiche legali di cui ci informa il sindaco, si può essere indotti a pensare che nemmeno Sala ritenesse l’iscrizione sul registro degli indagati un motivo sufficiente per ribaltare Palazzo Marino come invece ha fatto.

Dunque ci sono poche alternative:

  • Coda di paglia. Sala si è autosospeso temendo l’arrivo di altri guai giudiziari sui quali invece è stato rassicurato. Quali?
  • Cose nell’ombra. Visto che non sembrano essere successe cose in questi giorni,
    • Sono successe cose che non sappiamo. Quali?
    • Sala si è pentito della mossa e ha fatto marcia indietro.
    • Sala aveva pensato tutto fin dall’inizio come mossa difensiva.

Quest’ultimissima ipotesi, va detto, è piuttosto avvincente, perché il carattere particolare di questa vicenda è che Sala ha fatto tutto da solo.  Dal momento in cui il suo nome è stato scritto sul registro degli indagati lui ha deciso di autosospendersi, lui è andato dal prefetto a farsi in effetti sospendere, lui ha deciso di revocarsi l’autosospensione.

Tutto questo è stato un gesto senza dubbio positivo agli occhi di un’opinione pubblica sempre più pronta a saltare addosso al politico con le mani nella marmellata, e che infatti, a parte le reazioni dell’opposizione, ha raccolto in generale attestati di stima. E la cosa più divertente è che adesso, nel momento del ritorno dalle tenebre, Sala sta raccogliendo applausi e auguri di bentornato da praticamente tutti, a cominciare dal neopremier Gentiloni. Neanche fosse stata dimostrata la sua innocenza.

Questa bizzarra versione di populismo penitente —intendiamoci, comunque migliore di altre forme di populismo municipale come quelle in voga a Roma — non si era mai vista nella politica italiana, ma sembra aver funzionato. Giocando di anticipo, Sala sembra esser riuscito a spiazzare tutta la tribuna giustizialista pronta a gridare alla Casta, e a passare per vittima — dunque, in questo contesto, per vincitore.

Ma in ogni caso, Sala ha scherzato con il fuoco. Se si è autosospeso quattro secondi dopo essere stato iscritto al registro degli indagati, cosa farà in caso di problemi più seri? Se anche i suoi legali l’hanno rassicurato sul fatto che non succederà a breve, potrebbero arrivare in futuro, magari neanche troppo lontano. Si dimetterà? Brucerà la fascia da sindaco? Si ricorderà di avere una villa a Sankt Moritz e deciderà di andarci in esilio?