Vivere in Basilicata nuoce gravemente alla salute

In Basilicata ci sono solo due città, il resto della popolazione vive in paesi immersi nel verde. Ma si tratta di una natura ingannevole: da quando sono iniziate le estrazioni di petrolio nella Valle dell’Agri, l’incidenza di malattie tumorali è aumentata esponenzialmente.

Vivere in Basilicata nuoce gravemente alla salute

In Basilicata ci sono solo due città, il resto della popolazione vive in paesi immersi nel verde. Ma si tratta di una natura ingannevole: da quando sono iniziate le estrazioni di petrolio nella Valle dell’Agri, l’incidenza di malattie tumorali è aumentata esponenzialmente.



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Nell’immaginario comune italiano, quando pensiamo all’inquinamento ambientale, pensiamo a Milano e al suo smog. Il 17 dicembre 2016 il sito di ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) ha rilasciato una mappa da cui si evince che l’inquinamento dell’aria raggiunge i livelli peggiori nelle zone centrali della metropoli e migliora man mano che ci si sposta in periferia.

I danni che causa lo smog possono essere: riduzione della aspettativa di vita, riduzione della fertilità, ostruzione delle vie respiratorie e malattie cancerogene. Il Registro Tumori delle ASL della provincia di Milano ha rilasciato un rapporto, aggiornato al 2015, in cui è riportato un tasso di incidenza — numero di nuovi casi di una certa malattia che vengono diagnosticati in un dato arco temporale e in una popolazione di riferimento — di cancro ai polmoni di 70 persone su 100.000 abitanti in un anno.

La tabella che indica il tasso di incidenza e mortalità dei tassi standardizzati che vanno dal 2007 al 2012 rappresenta due linee pressoché piatte: non c’è stato un notevole miglioramento ma neanche un peggioramento. Inoltre, le cifre seguono lo stesso andamento di tutto il Nord Italia. La situazione insomma non è tra le migliori, ma non è neanche del tutto catastrofica, se consideriamo che oggi in Italia vengono messe in atto azioni che tutelano la salvaguardia ambientale. Tra queste, ad esempio, c’è la progressiva eliminazione della combustione del carbone.

Si potrebbe desiderare comunque di rifugiarsi in posti più verdi e naturali. In Italia abbiamo una piccola regione, considerata da pochi, chiamata Basilicata. Ci sono solo due città, che non si avvicinano nemmeno lontanamente alle proporzioni di Milano, Roma, Napoli o Torino, e per il resto è composta da tanti piccoli paesi circondati dal verde delle montagne. Molte persone hanno l’orto personale dove coltivano verdure, frutta e ortaggi. In autunno c’è chi va a raccogliere funghi e castagne nei boschi. Si direbbe un paradiso naturale.

Bisogna però precisare che non è una natura incontaminata. È un verde ingannevole. Circa 15 anni fa sono iniziate le estrazioni di petrolio nella Valle dell’Agri. I problemi legati alla trivellazione sono simili a quelli causati dallo smog: la combustione (la fiamma sempre accesa che si vede sul pozzo petrolifero) è dannosa come lo smog. Si aggiunga a questo che l’estrazione di petrolio è considerata tra le maggiori cause di sismi indotti dall’uomo. E dimenticatevi le distese desertiche del Texas puntinate da installazioni metalliche.

Se vivi in Basilicata potresti trovare un pozzo a qualche chilometro da casa tua.

Ce n’è addirittura uno a poche centinaia di metri dall’ospedale di Marsicovetere (PZ). Limitandoci a considerare solo il raggio d’azione della combustione, la maggior parte delle coltivazioni e dei prodotti naturali della Valle dell’Agri sono altamente inquinati. Se si vuole indagare anche sullo smaltimento dei rifiuti connesso a questa attività e ai danni che provoca, la situazione va solo ad aggravarsi.

Per quanto riguarda le malattie tumorali, la Basilicata, a differenza di Milano che espone dettagliatamente di che genere di tumore sono vittima i pazienti e in che percentuale, ha rilasciato finora solo dati complessivi e non del tutto aggiornati. Sappiamo che nel 2012 l’incidenza maschile è di 402,2 su 100.000 abitanti, mentre quella femminile è di 304,4 su 100.000 abitanti.

In questi numeri rientrano anche casi non riconducibili necessariamente all’inquinamento ambientale. Tuttavia, un dato che fa riflettere è che, secondo il Registro tumori, nel 2010 la Valle dell’Agri era tra le aree della Basilicata con il più alto tasso di incidenza maschile (477,6). Degni di considerazione sono anche studi recenti, i quali dimostrano che, rispetto alle altre regioni, la percentuale di malati di cancro in Basilicata cresce di anno in anno. Coincidenze?