Per Bookcity Maroncelli District ha in programma alcuni eventi dedicati al Giappone. Venerdì 18 Novembre 2016 sarà dedicato alla tradizione classica: cerimonia del tè, lettura di alcuni passi del libro Morte di un maestro del tè e la danza di una geiko.
In Giappone il tè viene letteralmente bevuto come l’acqua. È la bevanda più diffusa del paese e viene venduto in ogni tipo di formato e qualità. Ma il tè non è semplicemente una bibita, ha alle spalle una Storia di 900 anni. Intorno al XII secolo la pianta viene introdotta nell’ecosistema nipponico, grazie a Eisai, un monaco buddista tendai dal ritorno dalla Cina. E sempre in ambito religioso, ma di scuola zen, che intorno al 1500 viene canonizzata la famosa cerimonia del tè (in giapponese cha no yu o chadou). Questa tradizione non è limitata alla sola preparazione dell’infuso, ma è la rappresentazione stessa della filosofia zen. Si basa su quattro punti cardine:
- armonia spirituale;
- rispetto, ovvero riconoscere una dignità innata in ogni cosa del creato;
- purezza, che non va intesa solo come diade pulito/sporco, ma è più estesa e va a indicare il ripulire la mente e riordinare la stanza in modo da accogliere il bello;
- tranquillità, il distaccamento da ogni vincolo con il mondo materiale e dagli istinti corporali.
La cerimonia viene eseguita in uno spazio ristretto, una stanza quadrata di 7,5 mq circa, da cui si accede tramite una piccola porta che costringe a chinare il capo, in segno di umiltà e rispetto. All’interno si trovano il tokonoma (un’alcova sacra con un vaso di ikebana, una calligrafia e un okimono) e gli strumenti per il rituale, che vengono collocati sul tatami in base alla stagione e al tipo di cerimonia. Nel rito più semplice, chiamato usucha (tè leggero), a partire dall’ospite più importante si comincia con il mangiare un dolce (formula del okashi o douzo, “servitevi col dolce”). Si prosegue poi con la preparazione del tè che viene servito al primo commensale, il quale si scusa con quello vicino perché beve per primo (osakini). Prima di bere, la tazza viene ruotata per mostrare una finitura di riferimento (shoumen) a colui che ha servito il tè. Dopo alcuni brevi sorsi e scambiati segni di apprezzamento, il commensale pulisce il bordo della tazza e la posa davanti a sé. Il processo si ripete per ogni partecipante al rito. A questo punto il primo ospite pronuncia una frase celebrativa: “onatsume to ochashaku no haiken o”, con la quale chiede di esaminare gli strumenti usati. Momento saliente è quando il cerimoniere chiede di dare un nome poetico al chashaku, il cucchiaio di bambu per mescolare il tè. Di solito vengono usati i versi di haiku o direttamente dei kigo (riferimenti stagionali). Il rituale finisce con un profondo inchino di tutti i partecipanti.
Geiko è il termine giapponese per indicare le meiko (apprendiste geisha) del quartiere Gion di Kyoto. La variante nell’uso di questo vocabolo è motivato dal fatto che nel dialetto kansai il termine meiko, accomunato alle onsen geisha (lett. geisha delle terme, ovvero le ragazze che si esibiscono per grandi folle in alberghi e terme), indica le prostitute. Etimologicamente geiko, meiko e geisha indicano delle ragazze in grado di praticare le arti e intrattenere i clienti con danza e musica. Al di fuori del Giappone vi è una grande confusione su cosa sia una geisha e molto spesso viene associata alle escort di lusso. Il motivo di questo fraintendimento è dovuto a tre fattori. Il primo risale al periodo dell’occupazione americana e alla loro scarsa conoscenza della cultura orientale. Il secondo alla traduzione cinese del termine (艺妓 — yì jì, dove jì indica proprio “prostituta”). Terzo per la somiglianza estetica con le oiran, ovvero le cortigiane di palazzo. Come le geisha, portano abiti tradizionali, elaborate acconciature e si tingono il viso di bianco. La cintura a fiocco (obi) è l’unica cosa che le differenzia. Le geisha portano il fiocco dietro la schiena, mentre le cortigiane davanti, così da potersi svestire più facilmente.
L’appuntamento con BookCity è venerdì 18 novembre alle 17:45 in via Maroncelli 14. Qui potete leggere i consigli della redazione per sapere dove andare e cosa fare.