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La NASA ha annunciato questa settimana che la costruzione del telescopio James Webb è finalmente terminata: comincia ora la fase dei test, che si prolungherà fino al 2018, quando il telescopio dovrebbe entrare ufficialmente in funzione.

Si tratta del più grande (e potente) telescopio spaziale mai costruito, e andrà a sostituire il celebre Hubble — autore di gran parte delle foto più scenografiche dello Spazio profondo che finiscono nelle collezioni di sfondi per lo schermo — operativo da ormai ventisei anni e giustamente prossimo al pensionamento.

La progettazione e la costruzione di Webb sono durate vent’anni, con la collaborazione di 17 paesi (tra cui l’Italia) sotto la guida della NASA, non senza significativi incidenti di percorso e ritardi: secondo le prime stime, il telescopio sarebbe dovuto costare poco più di un miliardo di dollari, e sarebbe stato pronto entro il 2011. In totale sette anni di ritardo, quasi otto miliardi in più del previsto, e il rischio che il Congresso tagliasse i finanziamenti.

Lo specchio di Webb è formato da 18 placche esagonali di berillio, placcate in oro e disposte a formare quello che sembra un gigantesco fiore dorato, di 6,5 metri di diametro — cinque volte più grande dello specchio di Hubble.

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Per questo Webb sarà in grado di individuare nel dettaglio oggetti a distanze mai raggiunte prima, rilevando in particolare le radiazioni infrarosse, caratteristiche dei corpi più “giovani” dell’Universo, cioè quelli formatisi immediatamente dopo il Big Bang.

Webb studierà in questo modo la formazione e l’evoluzione delle galassie, senza escludere la possibilità di indagare l’origine della vita. Come ha dichiarato in conferenza stampa John Mather, premio Nobel e responsabile scientifico del progetto, “vorremmo sapere se su un altro pianeta là fuori c’è abbastanza acqua da formare un oceano, e ora pensiamo di poterlo fare.”

La seconda parte del telescopio è costituita da un gigantesco scudo solare, che permetterà alla strumentazione di Webb di operare a una temperatura costante non lontana dallo zero assoluto, a -220° centigradi.

La fase di test, comunque, si preannuncia lunga e difficile — anche perché Webb sarà collocato in orbita a un milione e mezzo di chilometri dalla Terra, troppo lontano perché possa essere riparato manualmente, come è stato fatto più volte con Hubble, che orbita soltanto a 550 km dalla superficie del nostro pianeta. Già questo mercoledì, però, è stato completato con successo un primo test di curvatura della superficie dello specchio.