Il Corano

Arabeschi: una parola in arabo alla settimana. Oggi: “Il Corano”

Il Corano

Secondo la fede islamica, il testo del messaggio che Dio affidò a Maometto (Muhammad) costituisce l’ultimo libro rivelato dopo quelli di Mosè e Gesù ( rispettivamente, la Torà e il Vangelo) ed è chiamato in arabo Al-Qur’an, la cui traduzione letterale è “recitazione,” da cui il termine Corano. Per un certo tempo, esso fu tramandato verbalmente e solo con il terzo califfo si giunge ad una trascrizione vera e propria, lasciando però aperti i problemi relativi alla suddivisione dei capitoli, detti Sure.

Le sure sono 114 e si sviluppano seguendo un ordine di lunghezza decrescente, ottenendo una successione quasi esattamente inversa rispetto a quella cronologica; le ultime sure sono, insomma, le più antiche. Nel Corano si trovano i fondamenti del credo e del culto musulmani.

Esiste un universo complesso delle scienze coraniche, come la ricca tradizione del commentario coranico, detto tafsir, che aiuta la comprensione e lo studio del verbo divino. Per un musulmano, prima di essere un libro, il Corano è essenzialmente una parola, la Parola Divina discesa (tanzil) nella celebre notte chiamata Notte del Destino o Notte del Decreto (laylat al-qadr) come recita la sura XCVII:

“Sì, noi l’abbiamo fatto scendere durante la Notte del Decreto. Come potresti sapere che cosa è la Notte del Decreto? La Notte del Decreto è migliore di mille mesi! In essa discendono gli angeli e lo spirito col permesso del Signore per Sua decisione. Pace fino al sorgere dell’aurora!”

L’evoluzione della predicazione coranica può essere seguita parallelamente alle vicende della vita di Muhammad e della primitiva comunità islamica, distinguendo sopratutto il periodo della Mecca da quello di Medina. Le sure del primo periodo sono perlopiù testi brevi, i quali riportano la condanna delle ingiustizie e delle sopraffazioni umane, facendo sempre riferimento all’ imminente giudizio divino che ogni persona è destinata ad affrontare.

Nella fase successiva, aggravandosi il rapporto tra Maometto ed i suoi antagonisti, predominano le figure degli antichi profeti e le vicende fungono da monito per coloro i quali rifiutino ed irridano la predicazione islamica. Dello stesso periodo fanno parte le narrazioni di alcuni fatti prodigiosi accaduti al Profeta, quali il celebre viaggio notturno (isra’) seguito dall’altrettanto misteriosa ascensione (mi’raj) di Maometto.

Le ultime sure riportano l’ormai logorato rapporto tra il Profeta ed i suoi concittadini rimasti pagani, con un sempre presente preludio all’Egira (l’emigrazione dei fedeli). I versetti del periodo di Medina mostrano il cambiamento di ruolo di Muhammad, il quale fece assumere dal Testo sacro un carattere normativo e giuridico più accentuato.