Cent’anni di energia e delle sue cattedrali
Comincia oggi la mostra promossa dalla Fondazione Aem “Le cattedrali dell’energia. Architettura, industria e paesaggio nelle immagini di Francesco Radino e degli Archivi Storici Aem” nella sede di piazza Po a Milano.
Comincia oggi la mostra promossa dalla Fondazione Aem “Le cattedrali dell’energia. Architettura, industria e paesaggio nelle immagini di Francesco Radino e degli Archivi Storici Aem” nella sede di piazza Po a Milano. In mostra ci sono le foto dell’archivio storico della fondazione che ripercorrono più di cento anni di energia in Italia attraverso altrettante foto degli stabilimenti più affascinanti dell’architettura industriale italiana. Ma non solo: la seconda parte della mostra è interamente dedicata agli scatti inediti di Francesco Radino, che ha ripercorso le tappe passando dalle centrali di tutto lo Stivale per documentarne il fascino e l’evoluzione. La mostra si articola quindi in due sezioni in stretto dialogo fra loro che mettono in evidenza due sguardi, due epoche e che ripercorrono la storia delle “cattedrali dell’energia” dai primi del Novecento ad oggi.
Il patrimonio della fondazione ha ormai strutture datate e con una importanza storica e archeologica. La città di Milano ospita alcune delle più affascinanti.
Tutto parte dalla l’ex centrale termoelettrica comunale di piazza Trento, oggi sede degli Archivi Storici di Fondazione Aem che ispirò Umberto Boccioni in Officine a Porta Romana del 1910.
Nel 1907 nasce la sottostazione di via Gadio dalla struttura di una villa in stile liberty su progetto dell’architetto Pasquale Tettamanzi immortalata dagli scatti in bianco e nero di Mario Zanchetti, Antonio Paoletti e Gianni Moreschi.
La Bovisa ospita l’Officina del Gas dal 1908, al suo tempo uno degli impianti più grandi d’Europa. Oggi inutilizzata, ma restano i due imponenti gasometri che fanno da sfondo alla stazione dei treni.
Negli anni Trenta vengono inaugurate due grandi stazioni ricevitrici: una a Precotto, a nord di Milano e l’altra a Morivione, a sud — tutt’ora attivi e fondamentali per la distribuzione dell’energia nell’area metropolitana.
Partendo da questo filo conduttore, Francesco Radino ha ripercorso le tappe degli stabilimenti di energia del nostro Paese.
Diciotto scatti dalle centrali idroelettriche del nord Italia quali Roasco di Grosio, progettata da Piero Portaluppi nel 1918 che ricorda un castello medievale, la centrale termoelettrica di Monfalcone dai tratti gotici e quella di Grosotto dall’aspetto neorinascimentale; fino ad arrivare alle strutture imponenti della centrale idroelettrica Timpagrande tra i monti della Sila in Calabria, passando per la ricevitrice sud di Milano. Quest’ultimo scatto in particolare mette in connessione le due sessioni della mostra e riporta il visitatore al filo conduttore iniziale: il concetto di cattedrale, cattedrali moderne, “cattedrali laiche del lavoro.”
“Trent’anni fa fui incaricato da Aem di documentare le sue centrali in Valtellina insieme a due cari amici e grandi fotografi: Gabriele Basilico e Gianni Berengo Gardin. Fu l’inizio di una storia editoriale che ebbe nel corso del tempo uno sviluppo imprevedibile e straordinario. Seguirono altri libri con altri grandi autori: Joel Mayerowitz, Martin Parr, Olivo Barbieri, Luigi Ghirri e molti altri ancora in un’epoca d’oro per la fotografia dedicata all’industria.”
Francesco Radino nasce a Bagno a Ripoli (Firenze) nel 1947 ed è oggi considerato uno degli autori più influenti nel panorama della fotografia contemporanea in Italia.
Come ha detto il critico fotografico Roberto Mutti in occasione della mostra “Francesco Radino incarna la figura insieme antica e assolutamente contemporanea del fotografo capace di rapportarsi con i più diversi aspetti della realtà nella consapevolezza che, sono sue parole, ogni narrazione ha come fine ultimo quello di dare testimonianza del proprio tempo.”