Welcome to Italy è la guida per i rifugiati che arrivano in Italia
La guida, creata con il supporto delle rete euro-africana Welcome to Europe, è distribuita gratuitamente e fornisce tutte quelle informazioni necessarie a garantire un sistema di accoglienza che funzioni e che rispetti le norme italiane ed europee.
Welcome to Italy è una guida gratuita, pubblicata nel 2016, che fornisce supporto e informazioni ai migranti che arrivano in Italia. È stata redatta dalla rete euro-africana Welcome to Europe, che dal 2009 offre sostegno a migranti e rifugiati, promuovendone la libertà e i diritti.
Welcome to Italy fornisce informazioni sui diritti fondamentali, su come fare richiesta di asilo politico, sulla prima e seconda accoglienza e sulla mobilità interna al Paese. Queste informazioni non sono utili soltanto a chi decide di fare domanda di asilo in Italia, ma anche a chi resta solamente un breve periodo nel Paese.
La guida, scritta in italiano e inglese, è suddivisa in otto capitoli e prima dell’introduzione presenta due mappe, una dell’Europa e una dell’Italia. Queste consentono ai migranti di orientarsi all’interno del nostro Paese e dell’Europa stessa. Sono indicate le città principali di ogni Paese e i confini fra una nazione e l’altra.
Il primo capitolo introduttivo contiene informazioni sui diritti fondamentali come migranti e richiedenti asilo in Italia e in Europa, sanciti da leggi internazionali, europee e italiane.
I principali sono: il diritto di non essere rimandato in uno Stato dove si può essere oggetto di persecuzione e discriminazioni (Convenzione di Ginevra); il diritto di restare in Italia se si rientra nelle cosiddette “categorie vulnerabili” (minorenni, persone con disabilità, donne in stato di gravidanza, eccetera); il diritto a ricevere un’assistenza medica di base gratuita; il diritto ad avere acqua e cibo almeno tre volte al giorno in strutture adeguate; il diritto ad avere informazioni su come richiedere protezione internazionale; il diritto alla libertà personale.
Vengono inoltre fornite informazioni su chi è un richiedente asilo: secondo la Convenzione di Ginevra del 1951 il richiedente asilo è chi “nel giustificato timore d’essere perseguitato per la sua razza, la sua religione, la sua cittadinanza, la sua appartenenza a un determinato gruppo sociale o le sue opinioni politiche, si trova fuori dello Stato di cui possiede la cittadinanza e non può o, per tale timore, non vuole domandare la protezione di detto Stato”.Il richiedente asilo può presentare domanda di protezione internazionale in qualsiasi momento, manifestando la propria volontà alle Forze dell’Ordine ed esprimendo quali siano i principali motivi per cui si è in pericolo nel proprio Paese di origine. Una volta effettuata la richiesta di asilo, al migrante viene fornito un permesso di soggiorno per richiesta di protezione internazionale di sei mesi, con cui è possibile lavorare dopo due mesi di regolare soggiorno in Italia.
La guida dà anche informazioni sull’agenzia europea di polizia Frontex, che si occupa del pattugliamento e del controllo dei confini fra gli Stati d’Europa. I membri di Frontex sono presenti nei luoghi di sbarco, negli hotspot, dove smistano i migranti fra coloro che hanno diritto a richiedere la protezione internazionale e coloro che, invece, potranno farlo solo dopo aver ricevuto un foglio di via, in quanto non posseggono i requisiti per essere considerati rifugiati. In seguito al foglio di via, il migrante può fare richiesta di asilo politico ma non è detto che questa venga accettata.
Il secondo capitolo di “Welocme to Italy” spiega ai migranti quali sono le procedure messe in atto al loro arrivo sul territorio italiano.
Le modalità di arrivo sono tre: via mare dai Paesi del Nord Africa o dalla Grecia; via terra, dalla rotta balcanica, o da un altro Paese Europeo (il caso dei “dublinanti”).
Una volta entrati in Italia, vengono avviate procedure di riconoscimento e di identificazione del migrante. Queste possono essere effettuate anche in mare, in seguito ai salvataggi. L’identificazione può essere completa o semplice. La prima prevede un foto-segnalamento, la raccolta dei dati anagrafici del migrante e la presa delle impronte digitali che vengono inserite poi nel database internazionale EURODAC, in linea con il Regolamento di Dublino.
L’identificazione semplice, invece, oltre al foto-segnalamento e ai dati anagrafici, prevede la presa della sola impronta del pollice del migrante. Questo tipo di riconoscimento è sempre meno frequente e dipende dalle disposizione date alle Forze dell’Ordine.
Il trattato di Dublino, viene spiegato ai migranti, prevede che il richiedente asilo faccia domanda per la protezione internazionale nel primo Paese europeo su cui mette piede. Le impronte digitali sono raccolte in EURODAC, appunto, perché venga rispettato il Regolamento, in modo tale che un migrante, che presenta domanda di asilo in un Paese che non è quello dove è arrivato, sia costretto a tornare indietro.Durante l’avvio delle pratiche per la protezione internazionale nel primo Paese su cui si è messo piede, il migrante riceve un permesso di soggiorno con dicitura DUBLINO. Questo, a differenza del permesso di soggiorno di sei mesi conferito ai richiedenti asilo “classici”, non consente di lavorare dopo due mesi.
Alcune clausole, però, mostrano che vi sono delle eccezioni alla messa in pratica del Regolamento. Queste sono dette “clausole di discrezionalità”, ovvero la “clausola di sovranità” e la “clausola umanitaria”. A proposito di eccezioni del Regolamento di Dublino, la Grecia – insieme all’Italia il Paese con la maggiore frequenza di sbarchi – non è considerata un Paese stabile e sicuro e per questo ogni respingimento verso la Grecia è considerato illegale.
Nel terzo capitolo Welcome to Italy sono spiegate ai migranti quali sono e come vengono messe in atto le procedure di identificazione e quali sono le strutture che forniscono accoglienza.
Queste strutture si differenziano in base all’utenza e alla funzione che svolgono nel procedimento per il conferimento della protezione internazionale.
Le prime strutture con cui i migranti si devono rapportare sono i Centri di primo soccorso e accoglienza (CPSA), ovvero i centri dove i migranti vengono accolti immediatamente dopo il loro arrivo in Italia e dove solitamente viene effettuato il riconoscimento. Il tempo di permanenza è di massimo 72 ore.
Poi vi sono i CAS, i Centri di accoglienza straordinaria, con carattere temporaneo, ma in realtà diventati centri di seconda accoglienza in molte realtà.
I CDA, i Centri di accoglienza, forniscono la prima accoglienza ai migranti per il tempo necessario alla loro identificazione.Lo straniero irregolare che presenta domanda di asilo, invece, viene mandato nei CARA, i Centri di accoglienza per richiedenti asilo, la cui massima permanenza per legge è di 35 giorni.
I cosiddetti SPRAR, Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati, sono centri di seconda accoglienza, gestiti dagli enti locali. Prevedono forme di accoglienza che non forniscono solo vitto e alloggio ma anche attività di informazione e assistenza. Purtroppo, la seconda accoglienza in realtà è gestita principalmente dai CAS, che non sono in grado di svolgere tale compito.
Ai migranti viene inoltre spiegato che all’interno delle strutture vi sono delle norme da rispettare e che, ogni volta che escono dai centri, devono portare con sé la documentazione che accerta il loro status.
Accanto a queste strutture vi sono anche i CIE, i Centri di Identificazione e di Espulsione, dove sono ospitati stranieri che non rientrano nel sistema di protezione internazionale o dotati di decreto di espulsione. Il tempo di permanenza nei CIE è di 90 giorni o 12 mesi al massimo, nel caso in cui la richiesta di asilo avvenga dopo il decreto di trattenimento nel CIE.
Oltre ai loro diritti fondamentali sanciti dalle leggi internazionali, nel testo vengono anche enunciate le violazioni dei diritti che potrebbero verificarsi ai danni dei migranti durante la permanenza nei centri di accoglienza.
Tra queste figurano la mancanza di informazioni, la carenza di interpreti, mediatori culturali, di assistenza medica, la mancanza di supporto legale e le condizioni di accoglienza non adeguate. Per non parlare di atti di violenza e di privazione della libertà.
I responsabili delle violazioni dei diritti fondamentali possono far parte delle Forze dell’Ordine nazionali ed europee o del personale degli enti che gestiscono i centri di prima e seconda accoglienza e gli hotspot appena istituiti.
Gli editori di Welcome to Europe suggeriscono ai migranti, vittime o testimoni di casi di violazione dei diritti e di discriminazioni, di contattare le realtà e le associazioni a tutela dei migranti più vicine al luogo in cui si trovano. Suggeriscono, inoltre, di documentare tutto attraverso fotografie e filmati e, qualora le violenze coinvolgano un gruppo di persone, di nominare un portavoce e raccogliere tutti i materiali collezionati.
Il quarto capitolo della guida illustra ai migranti quali sono le strade da intraprendere se vogliono richiedere protezione internazionale in Italia o in un altro Paese europeo, e il quinto capitolo specifica il procedimento da seguire per presentare la domanda di protezione internazionale in Italia.Il primo passo è manifestare la propria volontà di chiedere asilo politico. Poi bisogna formalizzare la domanda di protezione attraverso il modello C3. Così, si ottiene il permesso di soggiorno temporaneo come richiedente asilo e si può lavorare dopo due mesi.
Successivamente si viene convocati dalla Commissione Territoriale per l’audizione, ovvero il colloquio. La decisione della Commissione si può esplicare in tre modi: o viene riconosciuto lo status di rifugiato e la protezione sussidiaria, o viene riconosciuta la protezione umanitaria, oppure viene dato il diniego.
Welcome to Italy spiega, inoltre, quali sono le modalità per presentare la propria storia alla Commissione Territoriale, inserendo i documenti in proprio possesso. La guida consiglia ai richiedenti asilo di essere i più specifici e dettagliati possibile nell’esporre la propria “memoria” e spiega loro che potranno contare su avvocati o operatori sociali per la stesura del modello da inviare alla Commissione di asilo.
Il sesto capitolo di Welcome to Italy è formato da una lista di contatti utili in Italia, di attivisti, centri, associazioni e altre realtà che si occupano della tutela dei migranti e forniscono loro aiuto e sostegno.
È fornita anche una lista di ONG, associazioni nazionali ed enti istituzionali che si occupano di garantire assistenza sanitaria, supporto legale e supporto ai minori sul territorio italiano.
Il settimo capitolo indica, invece, come è possibile spostarsi in Italia e verso un altro Paese europeo. Sono illustrati gli orari di treni e autobus per le principali città della cosiddetta rotta migratoria italiana insieme ai rispettivi costi. Questo perché sul territorio italiano si nota una forte presenza di trafficanti, che forniscono ai migranti passaggi in auto o biglietti del treno a prezzi esorbitanti, molto più alti del dovuto. La guida per tale motivo spiega quali sono i costi effettivi di ogni potenziale spostamento.L’ottavo e ultimo capitolo di Welcome to Italy contiene un glossario dei termini principali utili per i migranti e un vocabolario italiano-inglese per aiutarli a comunicare sul territorio italiano.
In sintesi, si può affermare che Welcome to Italy è una guida precisa e dettagliata utile non soltanto ai migranti, ma anche agli operatori, volontari ed enti che si occupano della loro accoglienza in Italia. La guida, infatti, fornisce tutte quelle informazioni necessarie a garantire un sistema di accoglienza che funzioni e che rispetti le norme italiane ed europee.
A questo link si può trovare la guida completa.