Fino a non molto tempo fa, diversi membri del Chilango Lowbike Club appartenevano a gang rivali. Adesso si ritrovano ogni domenica per fare un giro tra le strade di Città del Messico e sfoggiare le loro ultime creazioni, che non sono — contrariamente a quella che potrebbe essere la vostra prima ipotesi — quintali di acciaio 883 marchiati Harley Davidson, ma biciclette. Più precisamente, lowrider bicycles.

Partiamo dalle basi: cos’è una bicicletta lowrider? È una bici fatta a mano e altamente personalizzata a seconda del gusto e della corporatura del suo proprietario. Caratteristiche iconiche sono il sedile a banana, l’enorme manubrio a “U”, il colore “più-acceso-è-meglio-è” e, ovviamente, le immancabili cromature.

Nonostante queste biciclette siano nate nei barrios più poveri, sono tutt’altro che economiche. O comode. Secondo Sheldon Brown, noto — a quanto pare — tecnico di biciclette, “sono costruite come puro esercizio di stile, senza preoccuparsi delle effettive qualità locomotorie. Infatti, alcune di queste biciclette non si muovono proprio, perché i freni sono posizionati talmente in basso che i pedali non riescono a girare.”

Le bici dei Chilango’s, invece, — pur essendo stilosissime — si muovono eccome, e il Club, nato nel 2000, oggi conta 90 membri. Guillermo Alcantara, detto “Suaveman”, è uno dei fondatori e racconta che lo scopo originario era quello di “incontrare persone che come te vogliono lasciarsi la violenza, la gang, i problemi in famiglia, alle spalle”. Con il tempo è diventata una passione: “Andare in bicicletta ti fa sentire calmo, in pace con te stesso”.

Un altro degli obiettivi del Chilango Low Bike Club è — come si può facilmente immaginare — rompere gli stereotipi. “Solo perché ci piacciono i tatuaggi e gli abiti cholo style non vuol dire che siamo criminali. Io sono un padre di famiglia, ho un lavoro, mi guadagno da vivere col sudore della mia fronte”.


Chilangos in posa per David Valencia

Anche se spogliati dal desiderio di riscatto sociale, i lowbike rider esistono anche qui da noi.

A marzo è nata a Piacenza la sezione italiana del Barkada Bicycle Club  — un club internazionale di appassionati di bici customizzate — grazie agli sforzi congiunti di Fabio Pitzalis (oggi Presidente) e Sandro Costantini (Vicepresidente), che si sono impegnati per ottenere l’autorizzazione dal responsabile continentale dell’attività. Infatti in Europa erano già attivi diversi gruppi in Olanda, Inghilterra e Germania — e ora anche in Italia, dove il 4 settembre il Barkada BC esporrà i propri pezzi unici in occasione del Gran Fondo Scott Piacenza.

“Il nostro obiettivo primario è quello di far conoscere la realtà custom e di riunire gli appassionati del genere qui in Italia,” è quanto ha detto Pitzalis in una recente intervista a Radio Corsa Web. Uno scopo meno nobile che “lasciarsi la violenza alle spalle” ma d’altronde Paese che vai, livello di hipsteria che trovi.