Zuckerberg è un po’ confuso quando si parla di storia romana
A Mark Zuckerberg sono poco chiari alcuni passaggi della storia della Roma antica, come dimostra il suo ultimo post su Facebook.
A seguito del devastante terremoto che ha colpito il cuore della penisola italiana, sono stati numerosi i messaggi di solidarietà e cordoglio provenienti da tutto il mondo. Tra questi spicca senz’altro quello di Mark Zuckerberg, che ha scritto un lungo post sul suo profilo di Facebook – nel quale afferma anche di essere diretto a Roma per una sessione Q&A:
Nel dichiarare il proprio amore per Roma, Zuckerberg dice di aver studiato lungamente latino e Storia antica. A riprova di questa sua affermazione, cita uno dei suoi personaggi storici preferiti legato alla Città Eterna: Gaio Giulio Cesare Ottaviano, dal 16 gennaio 27 a.C. più semplicemente Augusto, primo imperatore romano e creatore – a detta di Zuck – di un periodo di world peace lungo 200 anni.
Leggendo di pace mondiale e Impero Romano, mi è venuto subito in mente il notissimo discorso di Calgaco, contenuto nella Vita di Agricola di Publio Cornelio Tacito. Lo storico romano narra che Calgaco, capo dei Caledoni, un popolo che abitava nell’attuale Scozia, si sarebbe rivolto ai propri uomini, prima dello scontro con i Romani guidati da Giulio Agricola, con le seguenti parole:
Ma ora i confini della Britannia sono aperti; non più genti al di là, niente altro che onde e scogli e Romani, che son peggiori assai, e alla cui tracotanza invano potresti sottrarti con l’ubbidienza e la sottomissione. Ladroni del mondo, ora che ai devastatori di ogni cosa mancano le terre, ecco che si gittano a frugare nei mari: avidi con i nemici ricchi, arroganti con i poveri, non li poté saziare né l’Oriente né l’Occidente: soli fra tutti assaliscono con la stessa brama gli opulenti e gli indigenti. Rubare, trucidare, saccheggiare lo chiamano con falso nome impero e il deserto che fanno lo chiamano pace. Tacito, La Vita di Agricola XXX, traduzione di Luigi Pietrobono.
Il deserto che fanno lo chiamano pace. Lo scontro tra i Calcedoni di Calgaco e i Romani di Agricola risale all’84 d.C., sotto il principato di Domiziano, quindi durante quel periodo di world peace tanto caro a Mr Facebook. Forse che Zuck abbia imparato male la lezione?
In realtà il concetto di Pax Romana o Pax Agusti a cui si riferisce Zuckerberg esiste: con esso gli storici intendono gli oltre duecento anni che separano la fine della Guerra civile, conclusasi de facto con la vittoria di Ottaviano su Marco Antonio ad Azio nel 31 a.C. – ma formalmente proclamata nel 29 a.C. con la chiusura delle porte del tempio di Giano Quirino a Roma – dalla morte di Marco Aurelio nel 180. Il concetto di Pax era un perno fondamentale della vasta opera propagandistica di Augusto: infatti il princeps aveva posto finalmente termine al periodo di grandissima violenza e disordine della Guerra civile, in cui la Repubblica Romana era ripiombata a seguito dell’uccisione di Giulio Cesare nel 44 a.C.. Con Ottaviano si inaugurava così una nuova età dell’oro, un periodo di ordine e prosperità all’interno dello Stato romano; nel 13 a.C. alla Pace di Augusto, elevata al rango di divinità, il Senato dedicava l’Ara Pacis, un altare monumentale che può essere ancora ammirato a Roma.
In buona sostanza la Pax Romana sarebbe un intervallo prolungato di concordia civile; tuttavia, in oltre 200 anni, questa venne più volte interrotta, come durante i principati degli scellerati Caligola, Nerone o Domiziano, o ancora durante l’anno dei quattro imperatori (69 d.C.) quando lo Stato Romano ripiombò nella guerra civile.
Non ci si deve dimenticare poi che, nonostante la proclamata pace, in questo periodo Roma continuò ad espandere con la guerra i propri confini in Europa, Africa e Asia (per esempio la conquista della Britannia iniziò nel 43 d.C. sotto Claudio, mentre quella della Dacia avvenne sotto Traiano tra il 101 e il 106 d.C.) e a sedare nel sangue ogni forma di rivolta contro la propria autorità (solo per citare il caso più eclatante, nel 70 d.C., a seguito di una rivolta Tito conquistò Gerusalemme e ne distrusse il Tempio, uccidendo secondo Giuseppe Flavio centinaia di migliaia di ebrei e schiavizzandone 97.000).
Insomma, una world peace la Pax Romana che tanto pacifica poi non era, dal momento che si basava anche sulla conquista di nuovi territori – che andavano a rimpolpare sia le casse dell’Impero che il mercato di schiavi del Mediterraneo – e sulla repressione di ogni forma di insubordinazione. Ma forse questo aspetto a Zuck sarà sfuggito.