“Si fanno chiamare Niger Delta Avengers e il loro obiettivo è chiaro: paralizzare l’economia nigeriana. Come? Attaccando gli oleodotti e gli impianti delle grandi multinazionali del petrolio.”
Cominciavamo così, in giugno, un articolo dedicato al gruppo terroristico ambientalista nigeriano. Due mesi dopo, torniamo a parlarne: dopo aver reclamato diversi attacchi ad alcuni dei maggiori oleodotti delle nazione, gli Avengers hanno rilasciato sul loro sito una dichiarazione nella quale affermano di essere disposti al dialogo.
È la prima volta che il gruppo accetta di negoziare: solo l’8 giugno il tentativo di mediazione del Ministro del Petrolio nigeriano Emmanuel Ibe Kachikwu aveva ricevuto in risposta un secco “no.”
Tuttavia questo tentativo di mediazione è solo il primo passo verso la normalizzazione della regione e si preannuncia a ostacoli.
Gli Avengers sono solo uno dei numerosi gruppi che operano nella zona, e presentano fratture al loro interno, come il gruppo chiamato Niger Delta Green Justice Mandate.
I gruppi cambiano nome, ma vogliono sempre la stessa cosa: che la zona del Delta riceva più benefici dall’estrazione del petrolio — tramite una ripartizione più equa dei profitti, da destinare alla costruzione di scuole, ospedali, strade e impianti di purificazione dell’acqua.
La regione del Delta è devastata e impoverita dopo oltre quarant’anni di intense attività estrattive e abusi, per i quali sia le compagnie petrolifere che lavorano nel Paese sia lo stesso governo sono responsabili.
Sono dettagli sui quali difficilmente gli Avengers saranno disposti a soprassedere, nonostante abbiano accettato un’apertura al dialogo — anche perché hanno il coltello dalla parte del manico: potrebbero interrompere il cessate il fuoco e riprendere ad attaccare pozzi e oleodotti in qualsiasi momento, mentre il governo nigeriano è sempre più indebolito dalla crisi economica (e l’esportazione del petrolio è la prima fonte di guadagno) e dalla guerra contro Boko Haram nel Nord del Paese.
“Questo non è che l’inizio,” ha dichiarato Elizabeth Donnelly, vicepresidente del think-tank londinese Chatham House’s Africa Programme, aggiungendo che, se si troverà una soluzione, non sarà comunque a breve.
“Con gli Avengers bisogna stare attenti: se dici che riprenderai le attività mercoledì prossimo, ti ritroverai una bomba il martedì,” ha detto a Reuters l’executive di una compagnia petrolifera.
Insomma, il clima che accoglierà le prime negoziazioni è teso e incerto e finché il popolo rimarrà scontento, le milizie e i loro obiettivi potrebbero cambiare in modo imprevedibile.