La morsa di Erdogan alla libertà di espressione
Dopo il fallito colpo di stato del 15 luglio sono stati già chiusi 16 TV, 23 radio, 45 quotidiani, 15 riviste e 29 case editrici.
La morsa di Erdogan alla libertà di stampa continua: due giorni fa il quotidiano Özgür Gündem – letteralmente “quotidianità libera” – si è aggiunto alla lista di 16 TV, 23 radio, 45 quotidiani, 15 riviste e 29 case editrici chiuse dal governo turco in risposta al tentato golpe del 15 luglio.
24 giornalisti del quotidiano sono stati arrestati con l’accusa di fare “propaganda a favore di un’organizzazione terroristica” – un chiaro riferimento al PKK. Per anni, infatti, Özgür Gündem ha rappresentato la sola alternativa alle fonti non ufficiali in merito alla violazione dei diritti umani e alle lotte nel Kurdistan.
Tuttavia, nonostante il dimezzamento della redazione e l’ordine di chiusura, il giornale è uscito lo stesso il giorno dopo con uno speciale di quattro pagine e un editoriale intitolato “Non ci inchineremo al potere.”
E la protesta non si è fermata lì: ieri sera quel che resta della redazione si è riunito lo stesso davanti agli uffici chiusi a Istanbul per una riunione editoriale. Un bellissimo gesto di dedizione alla libertà di stampa che non possiamo fare altro che ammirare.
La redazione di The Submarine si unisce all’appello di solidarietà ai media turchi sotto attacco.