La morsa di Erdogan alla libertà di espressione

Dopo il fallito colpo di stato del 15 luglio sono stati già chiusi 16 TV, 23 radio, 45 quotidiani, 15 riviste e 29 case editrici.

La morsa di Erdogan alla libertà di stampa continua: due giorni fa il quotidiano Özgür Gündem – letteralmente “quotidianità libera” – si è aggiunto alla lista di 16 TV, 23 radio, 45 quotidiani, 15 riviste e 29 case editrici chiuse dal governo turco in risposta al tentato golpe del 15 luglio.

24 giornalisti del quotidiano sono stati arrestati con l’accusa di fare “propaganda a favore di un’organizzazione terroristica” – un chiaro riferimento al PKK. Per anni, infatti, Özgür Gündem ha rappresentato la sola alternativa alle fonti non ufficiali in merito alla violazione dei diritti umani e alle lotte nel Kurdistan.

Tuttavia, nonostante il dimezzamento della redazione e l’ordine di chiusura, il giornale è uscito lo stesso il giorno dopo con uno speciale di quattro pagine e un editoriale intitolato “Non ci inchineremo al potere.”

Despite court ban + police raid, daily #ÖzgürGündem managed to publish a 4-page issue (in coop. w/ daily Atılım) pic.twitter.com/q8TtNk5296

— efe kerem sozeri (@efekerem) 17 agosto 2016

E la protesta non si è fermata lì: ieri sera quel che resta della redazione si è riunito lo stesso davanti agli uffici chiusi a Istanbul per una riunione editoriale. Un bellissimo gesto di dedizione alla libertà di stampa che non possiamo fare altro che ammirare.

Dün serbest bırakılan #ÖzgürGündem çalışanları bu sabah mühürlenmiş gazete binasının önünde haber toplantısı yaptı. pic.twitter.com/2n6Bquhy5l

— dokuz8 (@dokuz8haber) 19 agosto 2016

La redazione di The Submarine si unisce all’appello di solidarietà ai media turchi sotto attacco.