Perché in Uganda tutti i bambini giocano a scacchi
Katwe è uno degli slum più poveri di Kampala, la capitale dell’Uganda, ed è al centro di un vero e proprio boom sportivo, e sorprendentemente sono gli scacchi.
Katwe è uno degli slum più poveri di Kampala, la capitale dell’Uganda, ed è al centro di un vero e proprio boom sportivo, e sorprendentemente sono gli scacchi.
Com’è possibile che quello che è sempre stato considerato un passatempo da “uomo bianco” si sia diffuso proprio nel centro dell’Africa?
La risposta ha un nome proprio — Phiona Mutesi.
Phiona è una ragazza ugandese, nata e cresciuta a Katwe in una famiglia poverissima. Il padre muore di AIDS quando lei ha 3 anni e poco dopo muore anche sua sorella maggiore. Da allora vive sola con la madre e i fratelli, in una baraccopoli dove il tasso di alfabetizzazione è estremamente basso e infatti a 9 anni già contribuisce al sostentamento della famiglia. Un giorno, dopo aver camminato per chilometri, approda alla sezione di Sports Outreach – un’associazione umanitaria – di Katwe in cerca di cibo.
Da quel giorno comincia a prendere lezioni di scacchi da Robert Katende, che ha fondato l’accademia nel 2003.
https://www.youtube.com/watch?v=E6yMgeYUWUe
In breve tempo Phiona diventa campionessa nazionale e nel 2010 rappresenta l’Uganda alle 39esime Olimpiadi di scacchi e nel 2012 diventa Candidato Maestro FIDE Femminile (il primo passo verso il riconoscimento dal massimo titolo scacchistico).
La sua storia ha ispirato un libro, The Queen of Katwe di Tim Crothers e un film della Disney in uscita a settembre. Ma soprattutto ha ispirato centinaia di ragazze e ragazzi a sognare una vita migliore.
“Voglio essere come Phiona e vincere trofei. Voglio essere la seconda regina di Katwe”. A parlare è una delle giovani allieve dell’accademia.
In un’intervista ad Al Jazeera Robert Katenda, ex maestro della ragazza prodigio, dice che “erano tutti contenti di vedere Phiona vincere. Gli dava speranza. Gli scacchi sono sempre stati visti come un gioco per nobili, o per chi è andato all’estero o in costose scuole private. Adesso attraggono tutti.”
Le ultime stime della federazione ugandese danno ragione alle parole di Katende. I club di scacchi registrati presso l’Ugandan Chess Federation sono passati da 12 a 28 in un paio d’anni, senza contare tutti i club informali che punteggiano il Paese. E i partecipanti ai campionati nazionali juniores sono più che triplicati, passando dai 150 del 2012 agli oltre 700 dell’anno scorso. Con una distribuzione di genere che si avvicina al 50%.
Katende è anche Direttore dello sviluppo della Federazione e ha lanciato – supportato in diverse occasioni dalla stessa Phiona – una serie di iniziative indirizzate a ragazzi in età scolare in tutto lo Stato. “La mia speranza maggiore è che il governo decida di promuovere gli scacchi come materia scolastica, fin dalle elementari”. Ha fatto pressioni sul Ministero dell’Istruzione ma finora senza successo. Secondo lui il governo non apprezza davvero i benefici che offre il gioco degli scacchi.
“Gli scacchi ti insegnano a formulare una strategia, a risolvere problemi, a gestire le risorse, a pensare, e a perseverare.”
Per Phiona gli scacchi sono stati il biglietto d’uscita dallo slum di Katwe. Se il governo ugandese decidesse di insegnare seriamente il gioco nelle classi delle sue scuole, questa opportunità potrebbe riproporsi ad altri ragazzi che al momento non hanno vie di uscita.