Contrabbando milionario I pacchi alimentari Ue rivenduti sul mercato nero

Gli arrestati nella maxi operazione dei NAS avrebbero guadagnato 4 milioni di euro rivendendo a prezzi concorrenziali prodotti ortofrutticoli destinati a famiglie indigenti, centri di accoglienza e case per anziani.

“Uno schiaffo a 4,1 milioni di poveri che in Italia hanno bisogno di aiuto per alimentarsi e tra i quali ci sono anche oltre 400.000 bambini con meno di 5 anni.”

Commenta così la Coldiretti riferendosi all’operazione dei Nas che ha scoperto un traffico illecito di pacchi alimentari dell’Unione Europea destinati agli indigenti. I pacchi acquistati con fondi della comunità, non commerciabili e distribuiti a scopo esclusivamente assistenziale, venivano rivenduti.

Ogni anno, infatti, l’Unione Europea stanzia dei finanziamenti per donare pacchi alimentari agli indigenti che vivono nei suoi stati membri.

L’Unione apre dei bandi attraverso cui le aziende agricole partecipanti ricevono fondi per destinare gratuitamente una parte della propria produzione ai più bisognosi. Le aziende ricevono l’incarico di portare il cibo raccolto ad alcuni centri presenti sul territorio, che poi hanno il compito di distribuirlo ad altre associazioni minori con cui collaborano. Sono queste ultime a consegnare effettivamente i pacchi alimentari agli indigenti. I pacchi contengono cibo a lunga conservazione – come pasta e legumi in scatola – e le consegne avvengono solitamente due volte al mese.

In Italia, i centri maggiori che collaborano con l’Unione Europea per la distribuzione dei pacchi alimentari sono il Banco Alimentare, la Caritas, la Croce Rossa e la Comunità di Sant’Egidio. Questi forniscono i prodotti a 15.000 strutture, incaricate della consegna effettiva dei prodotti: i pacchi  vengono distribuiti alle famiglie, a centri di accoglienza o strutture per anziani.

I finanziamenti europei, però, non sono gli unici a garantire la distribuzione di cibo agli indigenti nel nostro Paese. In Italia, infatti, oltre ai bandi ministeriali dell’Agea – Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura – anche altri canali forniscono prodotti alimentari ai magazzini delle varie organizzazioni. Ad esempio, un grande apporto di cibo arriva dalla Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, o dai prodotti scartati dalle industrie agroalimentari, dal settore ortofrutticolo e dalla grande distribuzione. Accanto a questi, anche le mense scolastiche e aziendali forniscono sostegno ai bisognosi dal punto di vista alimentare, portando avanti una campagna anti-sprechi.

Si stima che delle 72.000 tonnellate raccolte dal Banco Alimentare nel 2013, solamente 42.000 siano pervenute grazie a fondi dell’Unione Europea. Le restanti 30.000 tonnellate derivano invece dai canali nazionali sopra citati, prevalentemente sotto forma di donazioni. Questa rete si occupa di fornire cibo a circa 4 milioni di persone, di cui il 70% sono italiani.

Sulla base delle analisi all’interno dell’ultima relazione pubblicata sul Piano di distribuzione degli alimenti agli indigenti realizzata dall’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea), Coldiretti afferma che in Italia “a beneficiare degli aiuti comunitari e nazionali per mangiare sono 303.485 persone nei servizi mensa, mentre sono ben 3.764.765 i poveri che hanno avuto assistenza con pacchi alimentari.”

Tuttavia, il meccanismo di consegna dei pacchi alimentari dell’Unione Europea non sempre funziona.

Negli ultimi anni i Nas hanno scoperto numerosi traffici illeciti: alcune associazioni, che dovrebbero occuparsi delle consegne effettive dei prodotti, ingannano il fisco — falsificando fatture e rivendendo a prezzi concorrenziali il contenuto dei pacchi alimentari a mercati all’ingrosso nazionali e comunitari.

A Napoli, nel 2013, grazie all’aiuto della trasmissione Le Iene, è stato scoperto uno spaccio illegale di beni europei. In un capannone venivano rivenduti a 6 euro pacchi contenenti prodotti alimentari – pasta, biscotti, formaggio, legumi, latte, eccetera – del valore di 50 euro.

La distribuzione avveniva mensilmente: i clienti telefonavano al “responsabile” della vendita per prenotare i pacchi e andavano a ritirarli al capannone. Pagavano, ovviamente senza ricevuta, a un ragazzo che si occupava di contare i soldi e riempivano i portabagagli delle auto con il cibo destinato agli indigenti.

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A febbraio 2016 i Nas dei Carabinieri hanno smascherato una maxi truffa in Lombardia che ha portato all’arresto di 12 persone, accusate di associazione a delinquere per peculato e ricettazione. Fra questi compare il nome del Presidente della Onlus lodigiana “Sei per Secu.”

Provvedimenti di custodia cautelare non sono stati messi in atto solamente in Lombardia, ma anche in numerose altre regioni italiane, fra cui Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna, Lazio, Campania. I Nas hanno eseguito perquisizioni in 19 province, fra cui Latina e il mercato ortofrutticolo di Fondi, il più grande in Italia. Gli arrestati avrebbero guadagnato una cifra pari a 4 milioni di euro rivendendo a prezzi concorrenziali una quantità di prodotti ortofrutticoli superiore alle 13 tonnellate.

I Nas hanno scoperto la truffa insospettiti dalle etichette trovate su prodotti rivenduti in mercati all’ingrosso, durante alcuni controlli. Queste riportavano la scritta “prodotto destinato a donazione e non alla vendita.”

Grazie a un’operazione al confine con la Slovenia, svolta dalla polizia di Gorizia, il Nucleo Antisofisticazioni e Sanità dell’Arma ha scoperto che i produttori alimentari si affidavano alla Onlus “Sei per Secu” di Lodi per la distribuzione dei pacchi alimentari sul territorio.

La onlus, però, falsificava le fatture e inviava soltanto piccole quantità di cibo alle associazioni che avevano il compito di distribuirlo ai più bisognosi. Il resto veniva rivenduto a prezzi bassi, non soltanto in Italia, ma anche all’estero, sopratutto nell’Europa dell’Est.

Le indagini sono tuttora in corso, presiedute dalla Pm Mantovani della procura di Lodi.