Chi è Theresa May, premier per sfinimento

L’ex segretario di Stato agli affari interni si trova all’improvviso alla guida del Paese, dopo una serie di defezioni memorabili a tempo di record.

Dopo la rinuncia di Boris Johnson il 30 giugno alla corsa per la leadership del Partito Conservatore, il ritiro di Andrea Leadsom e le dimissioni del Primo Ministro David Cameron, Theresa May si trova oggi, come una novella Steven Bradbury, alla guida del Paese.

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In seguito alle dimissioni di Cameron dopo il referendum sulla Brexit ‒ da lei stessa appoggiato ‒ nel giugno 2016 May annuncia la sua candidatura a leader dei Tories e presto emerge come front-runner: il 5 luglio vince il primo ballottaggio con il 50% dei voti; due giorni dopo ottiene l’appoggio di 199 parlamentari britannici e si prepara una sfida tutta al femminile contro Andrea Leadsom, che però decide di ritirarsi l’11 luglio.

La sfida tra le candidate era scaduta in polemica nei giorni scorsi quando la ministra dell’Energia aveva dichiarato al Times che, in qualità di madre, era più idonea a prendersi cura del Paese, rispetto alla May che non ha potuto avere figli.

Leadson ha ritrattato la mattina dopo la dichiarazione al quotidiano, ma ormai la reputazione era stata marchiata da quella insinuazione, a suo parere travisata. La candidata ha perciò deciso di ritirarsi e così Theresa May è l’ultima rimasta in gioco nella corsa alla primarie del Partito Conservatore. E quindi prossimo Primo Ministro, la seconda donna in Downing Street dopo la Thatcher.

Le elezioni che avrebbero visto le due sfidanti contendersi la carica sarebbero dovute essere il 9 settembre e la decisione spettava ai 150 mila iscritti al partito. Ma David Cameron ha dichiarato che May entrerà a Downing Street mercoledì, cioè da domani.

“Dal suo tempo come Home Secretary sappiamo che è controversa, illiberale e calcolatrice.” Così Tim Farron, leader dei LibDem britannici, descrive il nuovo numero uno del Partito Conservatore.

Chi è Theresa May?

Il 12 maggio 2010 David Cameron la nomina Segretario di Stato per gli affari interni. Nel marzo successivo, in seguito ad alcuni atti di vandalismo ad opera di un gruppo di Black Block, inaugura una serie di riforme lesive per il diritto di protesta, dando alla polizia poteri speciali che consentono di rimuovere individui con il volto coperto e di monitorare i social network per prevenire proteste illegali, ovvero non notificate alla polizia.

Negli anni successivi si distingue per la linea politica dura in materia di droga —  si dice favorevole a perseguire i pregiudicati minorenni — e immigrazione — promette di portare il livello di migrazione netta a 100.000 individui entro febbraio 2015 e si oppone tenacemente alle quote obbligatorie di ripartizione dei rifugiati proposte dall’Unione Europea.

Nell’agosto 2015 aveva anche dichiarato di voler espellere dal Paese gli immigrati senza lavoro, spesso cittadini comunitari di cui le grandi città inglesi si nutrono. I benefici statali non possono essere garantiti, secondo la May, agli immigrati che non sono produttivi nel Paese.

In parallelo alla sua carica di Segretario, dal 2010 al 2012 la May ha anche diretto il Ministero per le Pari Opportunità ed è stata uno dei primi politici conservatori di alto profilo a schierarsi a favore del matrimonio per coppie dello stesso sesso.

Dopo aver abbandonato la nave, Leadsom, Johnson e Gove hanno dimostrato tutti grande sostegno per May, che si è detta “incredibilmente onorata” di essere la prossima Prima Ministra.

Non sono dello stesso parere laburisti e liberaldemocratici che invocano nuove elezioni generali. Sempre Tim Farron ha dichiarato: “Dev’esserci un’elezione. I conservatori non possono ignorare l’elettorato e il fatto che il loro mandato è andato in pezzi. È semplicemente inconcepibile che Theresa May venga incoronata Prima Ministra senza nemmeno aver vinto un’elezione all’interno del suo partito, figuriamoci all’interno della nazione.”

Nel suo predellino Theresa May ha dichiarato che la sua campagna elettorale si è fondata fino ad oggi su tre linee guida: “creare una leadership forte e collaudata che guidi il Paese in questi tempi difficili e incerti per l’economia e la politica, negoziare le condizioni migliori per la Gran Bretagna nel lasciare l’Unione Europea e creare un nuovo ruolo del Paese nel mondo.” Ha inoltre aggiunto che si impegnerà a fare del divorzio dall’Ue un successo per l’Inghilterra.