Foto e articolo di Giulio Gipsy Crespi
L’esperienza di Floating Piers si avvia alla conclusione. A due giorni dalla chiusura dell’evento, la spettacolare passerella sulle acque del Lago d’Iseo, ideata dall’artista bulgaro Christo, si conferma un successo in termini di presenze — finora si registrano oltre un milione di ingressi. Soddisfatti gli organizzatori e gli enti locali che gridano al miracolo economico: Sulzano e dintorni sono tornati a essere una meta di richiamo internazionale, la fiducia condivisa è che le ricadute positive sull’industria turistica della regione del Franciacorta perdurino nel tempo. Passano invece in secondo piano le critiche di Legambiente e Codacons, che denunciano sprechi di denaro pubblico nella gestione, talvolta difficoltosa, dell’imponente flusso umano.
Il sovraffollamento dell’installazione galleggiante ha senza dubbio scoraggiato tanti potenziali visitatori. Ai delusi viene incontro Google Maps con una collezione speciale di scatti a 360°, presto disponibili sull’estensione Street View. L’operatore Sergio Granado, autore sempre per Maps del set di Venezia, ha realizzato alle prime luci dell’alba di ieri la mappatura dell’intero percorso di 3 kilometri che collega la terraferma al Monte Isola e a San Paolo. Un omaggio all’opera e al tempo stesso uno strumento per accedervi virtualmente anche dopo lo smantellamento dei pontili.
Il progetto è frutto di una collaborazione con i responsabili di Floating Piers, le Province di Bergamo, di Brescia e il Comune di Sulzano. “Dopo una pianificazione a monte con i nostri partner, Sergio ha iniziato a realizzare le immagini, camminando e fotografando tutta la passerella,” racconta Valentina Frassi, project manager di Google Street View. “Dopo questo tragitto siamo saliti sopra Sulzano per realizzare le immagini dell’antica Via Valeriana, da cui è possibile ammirare la panoramica aerea dell’opera di Christo.”
Per raccogliere le immagini è stato utilizzato il Trekker, una struttura studiata per gli scatti in esterni: 18 chili per 1,20 metri di attrezzatura, tra 15 fotocamere da 5 megapixel ciascuna, da trasportare “comodamente” con uno zaino. “Il sistema scatta e geolocalizza,” spiega Valentina. “Le immagini vengono poi processate all’interno dei nostri data center. Per creare una transizione uniforme, l’effetto 360°, applichiamo speciali algoritmi di elaborazione delle immagini per attenuare le cuciture tra le fotografie adiacenti. Infine viene applicato un sistema di offuscamento di volti e targhe: solo a quel punto le immagini possono essere rese disponibili.”
In attesa di poter esplorare Floating Piers dal web, c’è la nostra gallery.