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Da almeno un anno a questa parte, in tutta Italia si sono moltiplicate le pagine di meme localistici, dando vita a una vera e propria forma d’arte folklorica.

Secondo l’American Dialect Society, “shitpost” è stata la “parola digitale” dell’anno 2017. Il termine è nato con un significato senza dubbio negativo — letteralmente postare merda, ma anche postare in modo merdoso — per indicare una modalità particolarmente odiosa di trolling: quella che punta a far deragliare completamente una conversazione online inondandola di contenuto senza senso, di bassa qualità, non divertente o decisamente fastidioso (shitty, appunto).

Ma con shitposting si indicano anche, semplicemente, i meme di cattiva qualità, che proprio per la loro shittiness risultano comici, spesso al di là dei confini del nonsense. Il termine ha avuto fortuna anche in Italia, dando vita a pagine Facebook che spesso uniscono lo shitposting e i dank memes a un’estetica vaporwave più o meno superficiale クメゔゕ, secondo stilemi in realtà abbastanza triti e normificati, ma che, complice forse il provincialismo dell’internet italiano, non sembrano ancora passati di moda.

A proposito di provincialismo, un’applicazione particolarmente fortunata di questo filone memetico in Italia si ritrova nelle pagine Facebook di shitposting provinciale o localistico, che da circa un anno stanno vivendo una sorta di epoca d’oro, che potremmo considerare senza modestia come l’equivalente online dell’età dei Comuni e delle repubbliche marinare.

Da Trieste sadness
Da Trieste sadness

In un certo senso, lo shitposting provinciale è l’erede indiretto dei gruppi locali e delle pagine che circolavano molto nei primi anni del Facebook italiano, quelli del tipo “Sei di [località X] se…”, ma oltre a fare leva sul senso di complicità tra gli appartenenti a una comunità relativamente ristretta che colgono una serie di riferimenti comici esoterici, incomprensibili per chi non ne faccia parte, le pagine di shitposting provinciale giocano anche sul contrasto tra la dimensione piccola e ordinaria della vita di provincia e i meme d’avanguardia. Per farla breve: è autentica arte folklorica.

Da Living in Lecco ironically
Da Living in Lecco ironically

Giro d’Italia dello shitposting provinciale (per forza di cose non esaustivo)

Da Udine a Napoli, pagine di questo genere si contano a decine, con vari gradi di dettaglio geografico — ma per la maggior parte cittadine — e con diverse sorti: vagando su Facebook se ne incontrano molte abbandonate o semi-abbandonate, evidentemente sopraffatte dal compito non facile di portare avanti una produzione memetica localmente circoscritta ma capace di reinventarsi quotidianamente. Pagine come Trieste sadness e Pescara Cloudz aspettano ancora di essere rimpiazzate.

Forse per la naturale propensione all’umorismo dei suoi abitanti, o più probabilmente sull’onda del successo di una pagina di respiro regionalistico come Tuscanian Memes (che al momento conta più di 51 mila fan), la Toscana è terreno particolarmente fertile per lo shitposting provinciale. A farla da padrone sono solitamente gli inside joke sulla vita quotidiana, ma anche le immancabili rivalità comunali.

Tra le pagine più attive ci sono Viareggio Wave e Grosseto Wave, quest’ultima ormai un vero punto di riferimento per la città maremmana, con l’obiettivo, ribadito anche alla presenza del sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna in un momento di puro situazionismo, di trasformare Grosseto nella capitale italiana della vaporwave.

“Grosseto è una città dove il tempo si ferma e ha un lato nostalgico,” mi spiegano i due admin, quando chiedo loro le ragioni di questa missione. “Ogni grossetano ama ricordare il vecchio Blockbuster, la pizzeria Pollo d’Oro, il Poro Giogio e il Professore, due storici clochard che non vediamo più per strada. Questi elementi di sadness e amarcord sono il terreno fertile per la nostra operazione di rivalutazione in chiave estetica e internettiana dell’essere maremmani.”

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“Che dire, il tanto amato Latte Maremma per noi è come se avesse della droguccia mescalina dentro perché ci dà la carica ogni mattina. Non c’era modo migliore di rendergli omaggio che tramite il classico di Kubrick, Arancia Meccanica, come se fosse il latte+.” Da Grosseto Wave.

Tra un meme e l’altro, Grosseto Wave ha trovato il tempo anche di rilanciare Maremma che spettacolo, un’iniziativa culturale che permette ai ragazzi sotto i 21 anni di ottenere uno sconto del 50% su spettacoli teatrali e concerti dal vivo. “Noi siamo portavoce dell’iniziativa e abbiamo spinto i nostri cittini a partecipare, perché sogniamo una città stimolante che possa offrire molto di più dal punto di vista dell’intrattenimento.”

Grosseto, del resto, ha più turisti di Pisa e presenta numerose attrattive. Casomai doveste capitare in città, il consiglio degli admin di Grosseto Wave è “di fare una passeggiatina per il corso. Lì potrete vedere negozi storici e passare alla pizzeria Marchigiana, che ha le palme e l’estetica giusta. Poi si prosegue verso il Duomo e il Canapone che è la statua tanto amata dai cittadini, c’è Piazza del Sale con i pub della movida grossetana oppure potete andare verso le mura al Caffè Latino, dove il buon barista Calogero prepara i cocktail migliori e potreste addirittura imbattervi nel Poeta, un personaggio storico che beve le Ceres e canta le canzoni storiche della città.”

 

grosseto

Fuori dallo stivale, a bilanciare un certo squilibrio verso il Nord-ovest sorprende l’incredibile concentrazione di pagine di shitposting che si ritrova in Sardegna, da Multimillion Sardex Conspiracy a Sardinia is Japan, passando per Cagliari saudade e Anime in Sardinia. Purtroppo per la maggior parte sono abbandonate, frutto evidentemente di intuizioni effimere, forse troppo ambiziose. A portare avanti la fiaccola della memetica sull’isola restano al momento pagine come Bellu Meme e il Movimento Basta Gaggi (dove “gaggio” si può considerare l’equivalente sardo del romano “burino” o, dato il contesto, di normie). Quest’ultima al posto dell’estetica vaporwave adotta uno stile marziale che potrebbe far pensare a una sorta di alt-right sarda (ma speriamo di no). Sul fronte comunale riscuote un certo successo Oristano sadness, a riconferma che la Sardegna è davvero piena di nerd e presenta una comunità vivace di memers.

La Casa de Papel con le maschere tradizionali di Orani, nel nuorese
La Casa de Papel con le maschere tradizionali di Orani, nel nuorese. Via Movimento Basta Gaggi.

In Liguria la parte del leone la fa Genowa, che è praticamente un’istituzione locale, ma meritano menzione le pagine di centri abitati più piccoli, come Sanrememes o L’atroce Intemelia, o addirittura di quartiere, come l’Art Institute of Rivarolo, che celebra l’omonimo quartiere nell’immediato entroterra genovese e al momento ha appena un centinaio di fan.

Via Art Institute of Rivarolo
Via Art Institute of Rivarolo.

Quanto più è ristretta la comunità di riferimento, come nel caso di Shitposting Vercelli 2020, Living in Lecco ironically o Pioltello Shitposting, tanto più si acutizza da un lato l’effetto ironico, dato dal contrasto fra la dimensione globale del linguaggio adottato e l’esoterismo del messaggio veicolato, dall’altro il senso di inevitabile solitudine che trasmette una produzione comica tendente al soliloquio: il meme perfettamente iper-locale portato alle sue estreme conseguenze è la negazione stessa del concetto di meme, comprensibile soltanto al suo creatore, prosumer unico di se stesso.

Fuori da questi estremi, le pagine di shitposting provinciale possono risultare divertenti anche per chi non ha nessuna idea di come sia la vita a Grosseto, Viareggio o Sanremo, proprio per la loro estraneità e l’impossibilità di comprendere la maggior parte dei meccanismi ironici: la battuta fa ridere perché non fa ridere ma è evidente che se fossimo all’interno di una cerchia determinata farebbe ridere. O, in altre parole, è bello vedere che esistono molteplici mondi fuori dalla bolla.


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