Abbiamo parlato con Heloise, presidente dell’associazione BAAM, in prima fila contro la proposta di legge Collomb sul diritto d’asilo.
PARIGI—Il 15 aprile vicino all’Assemblée Nationale — la Camera dei deputati francese — si sono date appuntamento almeno duemila persone (secondo Libération, ma ad occhio sembravano un po’ di più). L’atmosfera, complice forse il clima primaverile, è piuttosto distesa: bandiere rosse, striscioni colorati, migranti e, in maniera solo apparentemente sorprendente, tanti militanti LGBT.
Si tratta di una manifestazione indetta dalla BAAM, associazione parigina che da qualche anno è attiva sul fronte diritti dei migranti con sportelli legali, corsi di francese e altri servizi del genere. Tra gli aderenti, un insieme variopinto di associazioni e qualche membro dei sindacati (soprattutto SUD Solidaire) e partiti politici (PCF, France Insoumise e gli ecologisti). Nessuna adesione strutturale però da parte delle grandi organizzazioni, probabilmente perché i sindacati hanno indetto la loro manifestazione per l’indomani nello stesso posto.
L’occasione per scendere in piazza è una nuova riforma voluta dal Governo, la cosiddetta legge per un’immigrazione controllata e un diritto d’asilo efficace. La proposta, che porta il nome del Ministro dell’Interno Gérard Collomb, è da un po’ sotto i riflettori dei media e del dibattito pubblico in Francia. La discussione in Parlamento inizia oggi e, consci che il fronte macroniano è tutt’altro che unito sulla questione, i manifestanti hanno deciso di fare sentire la propria voce.
Il corteo si è mosso dopo le 15.00 verso il Senato, con l’obiettivo di farsi sentire da entrambe le Camere. Molti i cartelli memorabili – da sottolineare quello al vetriolo con lo slogan “Veni, Vidi, Vichy” – e gli slogan anti Macron e anti Collomb. Nel bel mezzo della folla incontro anche la delegazione parigina di Potere al Popolo, unica sigla italiana presente oggi in piazza.
Alla fine del corteo ho fatto una breve chiacchierata con Heloise, presidente della BAAM.
Inizierei col chiederle di presentarsi e di presentare l’associazione.
Mi chiamo Heloise, sono la presidente della associazione BAAM (Ufficio d’accoglienza e accompagnamento dei migranti), nata in seguito allo sgombero del liceo Jean Quarré, un liceo che era occupato da più di 900 migranti. Da allora abbiamo iniziato a darci da fare, soprattutto con i sans papier.
In Italia della legge Collomb non sappiamo nulla. Può spiegarci un po’ di che si tratta e le ragioni di questa manifestazione?
La manifestazione è stata organizzata contro la nuova legge su migrazioni e diritto d’asilo che mira ad aumentare i tempi di detenzione per gli stranieri, a ridurre i tempi per la richiesta d’appello per i richiedenti e a criminalizzare i sans papier.
Non ho potuto fare a meno di notare una grande presenza di militanti e striscioni LGBT durante il corteo.
Le persone LGBT sono le prime vittime di questa nuova legge. Un esempio su tutti: le persone ammalate [fa riferimento ad alcuni casi di rimpatrio di ammalati di AIDS, impossibilitati a ricevere cure in patria, ndr]. Ma soprattutto le associazioni sono oggi per strada per denunciare che si sta sfruttando la causa LGBT per fare passare una legge razzista. Hanno fatto passare un emendamento all’Assemblea Nazionale che dovrebbe dimostrare che non sono omofobi, ma hanno solo dimostrato di essere dei razzisti.
[Heloise fa qui riferimento ad un emendamento che fa considerare il paese d’origine come non sicuro nel caso in cui questo abbia nel proprio ordinamento delle misure restrittive contro i membri della comunità LGBT. Unito al complesso della riforma, che penalizza molto i richiedenti asilo provenienti da paesi definiti sicuri, questo cavillo sembra servire a sbandierare un’attenzione verso i diritti civili, nei fatti assente dalle preoccupazioni della legge, ndr]
Poco fa, dal palco, ha parlato delle altre contestazioni in corso in Francia contro i vari provvedimenti di Macron. In particolare ha citato gli studenti e i ferrovieri (che stanno paralizzando le linee ferroviarie con un ciclo di scioperi come non se ne vedeva da anni). Qual è il legame fra queste lotte e la vostra?
Penso che le migrazioni siano state un terreno di sperimentazione per i vari governi francesi: sperimentazione per le leggi peggiori. Quello che sta succedendo ora ai ferrovieri [fra le altre cose: riforma salariale e pensionistica, ndr] è già successo ai migranti qualche tempo fa. Le leggi più dure vengono prima testate su questi ultimi e successivamente sono allargate ai, fra virgolette, francesi.
Per finire, ci sono stati un po’ di incidenti alla frontiera franco-italiana, riguardo al passaggio dei migranti. Cosa pensa della maniera con cui Macron sta gestendo questo problema?
Ma il Presidente Macron non la sta gestendo per niente. Sta lasciano marcire la situazione, anche se solo fino ad un certo punto: sotto sotto pratica controlli e respingimenti illegali alla frontiera, ma lo nasconde bene. Fa di tutto perché non se ne parli ed è solo grazie ai giornalisti se abbiamo delle informazioni su quello che succede effettivamente.
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Come si nota dalle foto, è stata una manifestazione caratterizzata da una forte mixité sociale ed etnica, un’eccezione positiva rispetto alle frequenti manifestazioni per i diritti dei migranti caratterizzate da una presenza maggioritaria di bianchi borghesi.
Per approfondire i dettagli della legge Collomb, se masticate il francese, potete andare sul sito web di GISTI, un’associazione affine alla BAAM e presente anch’essa alla manifestazione. In questo documento analizzano la nuova riforma punto per punto sulle questioni relative al diritto d’asilo e alle espulsioni (qui il testo completo della legge e un’analisi critica, in francese). Ne emerge uno scenario che spiega ancora meglio il punto di vista espresso dalla presidente della BAAM. La nuova legge prevede fra le altre cose:
- Un aumento da 45 a 135 giorni del tempo di reclusione nei Centres de Rétention Administrative, ovvero la versione francese dei nostri CIE o CAS.
- Un guazzabuglio di regole e regolette, riduzione di tempi e limitazioni che renderanno complicata la richiesta d’asilo e quasi impossibile il ricorso in caso di rigetto.
- In caso di non accettazione della richiesta d’asilo, se il Paese di provenienza è ritenuto sicuro, l’espulsione diventa effettiva anche in caso di ricorso da parte del migrante.
Si tratta, in sintesi, di creare impedimenti pratici di cui solo chi conosce la trafila cui i richiedenti devono fare fronte può capire l’entità. La rabbia di Heloise, appena dissimulata da un sorriso, assume un senso diverso. Per chi lavora da anni facendo sostegno legale, questo peggioramento delle pratiche si preannuncia insopportabile.
Tutte le foto dell’autore.
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