bacchus-d

Sono un po’ spaventato dalla lista di ingredienti puramente chimica, ma in fondo non sono una persona molto salutista e forse mi pentirò di questa cosa quando avrò quarant’anni, ma per adesso mi godo la vita.

konbini

Milano, domenica. Ho po’ di cose da fare durante il giorno ma la stanchezza domenicale che assale tutti noi sta rendendo difficile portare a termine i miei compiti e nessuna quantità di caffè riesce a svegliarmi del tutto.

Mentre sto entrando in questo negozio di prodotti coreani, penso che vorrei un energy drink. Vago per gli scaffali cercando qualcosa di strano, magari pieno di zucchero per tirarmi un po’ su, e infine giungo a un frigorifero con dentro bibite varie. Rimango contemporaneamente deluso dall’assenza di energy drink ma subito sono colpito da questa bottiglia nel ripiano superiore. “Bacchus-D,” cento millilitri, un euro e cinquanta. Esco dal negozio soddisfatto del mio acquisto e solo allora inizio a leggere gli ingredienti: taurina, inositolo, nicotinamide… Il caso ha voluto che questo fosse proprio un energy drink.

RECENSIONE

Sono un po’ spaventato dalla lista di ingredienti puramente chimica, ma in fondo non sono una persona molto salutista e forse mi pentirò di questa cosa quando avrò quarant’anni, ma per adesso mi godo la vita.

Faccio qualche sorso fino a berne metà bottiglia. Il sapore è molto simile a uno sciroppo, come se avessero preso quel sapore tipico dell’energy drink classico (sapete a quale mi riferisco), lo avessero compresso e avessero tolto l’anidride carbonica.

Resto piacevolmente sorpreso dal gusto, fino a quando mi assale un dubbio terrorizzante:

“Non è che andava diluito ed è effettivamente uno sciroppo?”

Immagini apocalittiche di me stesso a terra in mezzo a Corso Buenos Aires in preda a una crisi epilettica riempiono la mia mente. Con il senno di poi mi rendo conto che non venderebbero qualcosa che può ucciderti a pochi centimetri da tè freddi e altre bibite, ma nel panico del momento corro a cercare su internet che cos’è questo strano cocktail chimico con cui mi sono appena avvelenato:

“Il Bacchus è popolare in Corea del Sud da molti anni. Originariamente veniva venduto nelle farmacie come una ‘medicina a base di erbe’ per prevenire i raffreddori e curare le sbornie, piuttosto che come energy drink. Le formule D e F del Bacchus sono attualmente prodotte e vendute in Corea del Sud. L’uso del Bacchus-F tra studenti universitari è nettamente prevalente.

Di recente ha guadagnato notorietà nella cultura pop americana insieme ad altri energy drink abitualmente consumati con l’alcol, come nel Vodka-Red Bull. La forma di consumo più diffusa è la Bomba Bacchus, che si ottiene versando una bottiglia intera da 33 cl di Bacchus dentro una tazza e poi un bicchierino da shot di Vodka, bevendo la mistura il più rapidamente possibile.”

Okay sì insomma niente di peggio di quello che bevo di solito il sabato sera.

La confusione è provocata chiaramente dal packaging particolare, diametralmente opposto a quelli occidentali che sono solitamente una cacofonia di fulmini, animali feroci ed esplosioni, e anche dal nome dell’azienda che lo produce — “Dong-A Pharmaceutical Co., Ltd.” — che mi aspetterei più di vedere in un qualche film cyberpunk che nella vita reale, nella mia mano.

☞ Leggi anche: L’aguardiente colombiano ha causato la peggior sbronza della mia vita.

Dopo essermi calmato e aver superato il mio etnocentrismo da energy drink, finisco la bottiglia e cerco di essere più obiettivo. Il sapore non è male e mi ha effettivamente svegliato. Non resterò a parlare di quanto possa essere poco salutare perché non mi intendo abbastanza né di chimica né di alimentazione; ma so che bisogna superare anche i pregiudizi sui composti chimici che ci sono nel cibo. Per fare un esempio: la nicotinamide, con questo suo nome spaventoso, è una vitamina che si trova in altri strani alimenti tipo il latte. 

Sto valutando il Bacchus-D decontestualizzandolo da discorsi di benessere o di morale e pertanto non posso che parlarne bene.

VOTO 9/10


KONBINI: Più di un semplice food blog: un viaggio onirico nel cibo esotico metropolitano, tra le luci al neon dei negozi aperti h24 e le panchine dei parchetti. Tutte le puntate qui.