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Bagliori a San Pietroburgo – Jan Brokken

Il 1917 è l’anno della rivoluzione russa. Cento anni dopo sono migliaia le pubblicazioni dedicate a questo importantissimo evento storico, agli uomini politici che vi parteciparono e alla Russia in generale.

Il mondo letterario contemporaneo e moderno russo, fatta eccezione per qualche grande nome come Tolstoj e Dostoevskji, è ai più sconosciuto in Italia, causa anche le poche (e spesso obsolete) traduzioni. Ancor di più se parliamo di poesia, teatro e musica.

In un anno di riscoperte e nuovi volti tra le pubblicazioni dedicate alla Russia, troviamo un autore che russo non è ma che, dalla sua opera, infonde un profondo amore per questa terra. E lo ritroviamo nel catalogo di una casa editrice indipendente  che ha avuto un’enorme successo in questi ultimi due anni: Iperborea.

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Stiamo parlando di Jan Brokken, olandese di nascita, ma russo nel cuore, che ha pubblicato diversi titoli legati alla Russia. Ultimo in ordine cronologico è “Bagliori a San Pietroburgo,” presentato anche a Milano in occasione di Bookcity dall’autore stesso nel Salone d’Onore della Triennale. Si tratta di un’opera molto particolare, più che un romanzo, una passeggiata per questa bellissima città alla ricerca dei luoghi che hanno visto protagonisti scrittori noti, infallibili musicisti, poetesse dagli ampli scialli – come Anna Achmatova in copertina – e complottisti eclettici.

La narrazione, partendo da edifici più o meno famosi della città o da percorsi precisi, ci porta alla scoperta delle vite di alcuni importantissimi artisti russi che qui nacquero o vissero le loro vite: una città immersa nel suo clima europeo, piena di stimoli artistici, lontana dalla caotica Mosca o dagli affascinanti e misteriosi ambienti delle campagne, accompagna e fa da sfondo alle vicende dell’autore, che ha visitato più volte San Pietroburgo, e dei letterati dalle vite difficili ma tutti accomunati per l’amore per questa città. Gli altri temi importanti sono l’amore, la politica (dall’uccisione di Rasputin alle repressioni staliniane), l’architettura e, infine, anche quello del viaggio in sé. Perché  avere visitato l’Unione Sovietica e poi la Russia comporta vedere come questa sia fortemente cambiata, come i suoi cittadini siano diversi e come anche luoghi un tempo gloriosi possano oggi passare inosservati. Lo stesso uso del tempo è insolito, in un continuo passare dal passato al presente dell’autore, della città e delle vite degli artisti.

Un romanzo affascinante, adatto per chi sa poco della letteratura russa, per magari innamorarsene come l’autore, ma anche per chi già conosce il panorama letterario descritto, per avere nuovi spunti di lettura per il futuro.