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Il tour elettorale di Matteo Renzi, che sta girando l’Italia a bordo di un treno a noleggio, è un mezzo fiasco. Le prime tappe sono state segnate da contestazioni piuttosto forti in seguito alle quali il suo entourage ha preferito un profilo più basso, comunicando le date del suo arrivo solo pochi giorni prima.

Ieri sera abbiamo scoperto che il convoglio magico sarebbe arrivato alla stazione di Milano Lambrate, a pochi passi dalla nostra redazione e da Città studi, uno dei luoghi politicamente più roventi della città.

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Siamo andati ad accoglierlo assieme a una frotta di colleghi al binario 1 della stazione. Il treno — annunciato come “intercity speciale” — è arrivato perfettamente in orario. Appena il segretario PD ha messo il naso fuori dal treno è stato preso d’assalto dalla truppa informativa.

Abbiamo cercato di farci largo per parlare con l’ex presidente del Consiglio: un commento sulla città, sulla situazione politica del paese, qualcosa di costruttivo da parte di uno dei più importanti e stimati capi politici del paese. Mica pizza e fichi. Il segretario del Partito del Fare (PDF).

Ma Renzi aveva altri piani. Dopo essere sgusciato tra i cronisti con un certo impeto è uscito dalla stazione alla svelta, seminando una parte della stampa. Dove stava andando, così di fretta?

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Chiedendo ai vecchietti del PD Milano, abbiamo scoperto che il segretario stava dirigendosi verso Zero Gravity, una palestra aperta da qualche mese a Lambrate dove la gente si reca per fare esercizi ai tappeti elastici, allenarsi agli anelli, buttarsi da trampolini in un mare di plastica morbida — insomma, a fare cose divertenti e molto più faticose di quel che sembrano.

Siamo balzati su una bici a noleggio, in perfetto stile renziano, e siamo arrivati che il segretario aveva ancora addosso le scarpe d’ordinanza e osservava attraverso il vetro i ragazzi che facevano salti ed evoluzioni sui tappeti elastici.

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Il tempo di scattare qualche foto e Renzi si è fatto guidare dal personale della palestra in un tour delle attrezzature, togliendosi le scarpe e ingiungendo a chiunque volesse seguirlo di fare altrettanto. Abbiamo obbedito umilmente.

Per lui era stato allestito uno spettacolo di un ginnastica artistica sospesa che purtroppo non siamo in grado di identificare in cui una serie di giovani atlete si tenevano sospese a dei lacci producendosi in complicate e pericolose evoluzioni. Il segretario PD ha lodato il loro atletismo.

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In seguito un ragazzo si è buttato dal trampolino in un mare di polistirolo nero. Poi Renzi ha parlato con un personal trainer. Poi ancora il drappello si è spostato sui tappeti elastici. A questo punto attorno al segretario c’era meno gente e abbiamo pregato tutti i santi a nostra disposizione che si mettesse a saltellare davanti ai nostri occhi. “Finché ci sono i giornalisti sulle tribune ve lo scordate,” ha detto a noi giornalisti.

Ma ecco che, proprio quando avevamo ogni speranza, Renzi si è accorto che c’era un tappeto elastico al riparo dagli obiettivi rapaci delle macchine fotografiche. E ci è saltato sopra.

È durato pochissimo, non siamo riusciti a scattare foto. Il segretario salta fuori dal tappeto e ci guarda male, mica avrai fatto la foto? Ci chiede il suo assistente. No, gli rispondo. L’assistente tira un sospiro di sollievo.