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Ieri pomeriggio si è tenuta a Palazzo Marino la conferenza stampa della “ventiduesima stagione” – come definita da Beniamino Saibene, uno degli storici organizzatori del festival – del Milano Film Festival.

Il festival nasce nel 1995 e nel corso degli anni si è imposto come uno degli appuntamenti annuali più importanti della cultura milanese. Il MFF nasce come rassegna di cortometraggi, tradizione che non è stata abbandonata, aggiungendo nel corso degli anni numerose sezioni tra cui Colpe di Stato, rassegna di documentari politici, Audiovisiva, “che propone eventi costruiti sulle sinergie tra musica, arte e nuove tecnologie e il Focus Animazione.

Nella sala stampa Franco Brigida erano presenti al fianco di Saibene la coppia di direttori artistici, Carla Vulpiani e Alessandro Beretta, e l’assessore alla cultura del Comune di Milano Filippo Del Corno. Insieme hanno annunciato il principale cambiamento di questa edizione: il festival passa quest’anno da tradizionale ritrovo di fine estate ad appuntamento d’inizio autunno, l’evento si terrà infatti dal 28 settembre all’8 ottobre.

Il cuore del programma sarà il Concorso Internazionale Lungometraggi, dedicato esclusivamente ad opere prime o seconde di registi di tutto il mondo. I film in concorso sono otto, tra i quali Alessandro Beretta ha caldamente consigliato Meteors, racconto dal Kurdistan in bianco e nero, del regista turco Gürcan Keltek e Ouroboros, testimonianza dalla striscia di Gaza dell’artista, nata in Kuwait, Basma Alsharif. Altro film da non perdere è Person to Person di Dustin Guy Defa che reinterpreta certe isterie à la Woody Allen in Play it again Sam adattandole “in chiave hipster e contemporanea”. Per chi fosse incuriosito da uno di questi autori, vale la pena ricordare che uno dei grandissimi pregi del Milano Film Festival è proprio la presenza dei registi in sala e, di conseguenza, l’occasione di confrontarsi con loro al termine della proiezione.

La giuria del concorso lungometraggi sarà composta dai registi Monica Stambrini, Abel Ferrara e dal critico cinematografico Rinaldo Censi.

Ai lungometraggi si affianca il Concorso Internazionale Cortometraggi che, quest’anno, conta quarantuno cortometraggi selezionati tra opere provenienti da tutto il mondo. Il concorso dei corti è riservato a registi under 40 e i loro lavori saranno trasmessi ogni sera a BASE Milano, in via Bergognone 34, in sessioni da un’ora.
Tra i film fuori concorso promette molto Manifesto di Julian Rosenfeldt, un’opera in cui l’attrice Cate Blanchett recita per il grande schermo tredici monologhi ricavati dai più famosi manifesti artistici novecenteschi.

Per la rassegna Colpe di Stato invece va segnalato Untitled di Michael Glawogger – morto di malaria in Liberia durante la produzione del film – e Monika Willi. Il film dei registi austriaci, proiettato in anteprima italiana, racconta le migrazioni forzate che avvengono nel mondo tramite un ripensamento del topòs del viaggio.

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Tra le numerose iniziative che orbitano attorno al MFF è da non perdere NOI, Milano 1968-1977, un’installazione multischermo che “indaga il tema della rivolta e la sua narrazione” con gli occhi di chi, ai tempi, non aveva altri mezzi oltre la controinformazione (semi-clandestina) per far sentire la propria voce, dove la voce è quella del Collettivo Cinema Militante Milano.

Il progetto più curioso di questo Milano Film Festival, infine, sarà Ultrareal World la prima sala cinematografica italiana esclusivamente dedicata al virtual reality. Questo cinema VR – che avrà sede a BASE – proseguirà la sua programmazione fino a marzo per dare a più persone possibile l’occasione di sperimentare un nuovo linguaggio cinematografico.

Le sale in cui saranno trasmessi i film del Milano Film Festival sono tre: BASE Milano, Mudec – Museo delle Culture e Ducale Multisala. A questo link potete trovare le informazioni utili alla programmazione.