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Benvenuti a Eco 

la rassegna stampa settimanale dedicata a energia, ambiente, ecologia e sostenibilità.

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In questa puntata: i parchi eolici offshore sono sempre di più, Trump vuole svendere riserve di benzina, l’energia solare in Regno Unito va alla grande.

1. I volatili hanno perso

L’eolico si diffonde a macchia d’olio in giro per il mondo, e quello offshore―come abbiamo già scritto―piace ancora di più. Solamente l’anno scorso sono stati investiti quasi 20 miliardi di euro in parchi eolici nel bel mezzo del mare, e nel 2018 la cifra dovrebbe alzarsi ulteriormente. C’è però uno sconfitto dal boom di questa fonte energetica: i volatili, in particolare le fratercule, o pulcinelle di mare, che regolarmente migrano passando dalle Ebridi esterne, nel profondo Nord della Scozia. Recentemente, infatti, i giudici della corte suprema scozzese hanno ribaltato una precedente sentenza, che aveva bloccato un investimento da 10 miliardi di sterline in un parco eolico, poiché avrebbe potuto intralciare il percorso dei volatili. In breve, il contributo positivo per il clima (e per gli investitori) dell’opera è stato giudicato più importante rispetto all’incolumità delle fratercule. #StayStrongStayFratercule.

2. Trollando Trump

Il fatto che Donald Trump sia ossessionato da petrolio e carbone è noto a molti; l’attuale amministrazione nelle scorse settimane ha avuto un bel da fare per smantellare le regolamentazioni ambientali della presidenza Obama. L’aspetto tristemente ironico è che estrarre carbone diverrà sempre più inutile, per quanto il settore possa essere sovvenzionato e/o deregolamentato―ne avevamo parlato qua. Anche i posti di lavoro legati a questa industria sono scomparsi; o meglio, i minatori difficilmente torneranno a fare i minatori. Perché, quindi, non reinventarsi come tecnici di impianti eolici? Goldwings Americas, una compagnia attiva nel settore delle turbine, sembra intenzionata ad offrire un programma di training gratuito rivolto agli ex minatori del Wyoming―il principale produttore di carbone nazionale―che, dopo massicci licenziamenti negli ultimi anni, potrebbero reinventarsi come tecnici dell’eolico.

3. Chi vuole un po’ di petrolio? E di benzina? E perforare l’Artico? 

Il mercato del greggio sicuramente non patisce una scarsità di offerta, che ben presto potrebbe essere  ulteriormente rafforzata. L’amministrazione Trump ha pronta una proposta per tagliare il debito pubblico statunitense: vendere gradualmente circa metà delle riserve strategiche USA di petrolio, che ammontano a quasi 700 milioni di barili, per guadagnare 500 milioni di dollari. Il piano prevederebbe anche la vendita di un grosso deposito d’emergenza di benzina, costruito dopo l’uragano Sandy del 2012, la cui riserva principale si trova nei pressi di New York. L’ultima mossa per far quadrare i conti consisterebbe, infine, nel permettere perforazioni per la ricerca di petrolio nell’Arctic National Wildlife Refuge. Resta da valutare, comunque, quanto conveniente possa essere quest’ultima opzione, in tempi di greggio venduto (a fatica) a 50$ il barile e con un’offerta di shale più che abbondante.

4. Tagli, tagli ovunque

Il budget del 2018 proposto al Congresso dall’amministrazione Trump si preannuncia devastante per il settore scientifico: dal National Institute of Health alla NASA, dal Department of Energy al National  Oceanic and Atmospheric Administration, pare che nessuna agenzia che operi seguendo il  metodo scientifico verrà risparmiata. La bistrattata EPA, tra le altre, dovrebbe affrontare tagli pari al 30% del proprio budget―con effetti disastrosi sui programmi di controllo dell’inquinamento atmosferico―che porterebbero a licenziamenti sicuri. Immediata la risposta di migliaia di scienziati che si sono organizzati e hanno scritto un paper di review―nonché di rifiuto―del documento con i tagli indicati dall’amministrazione

5. L’energia solare va alla grande in Regno Unito

C’è stato bel tempo e la domanda di energia elettrica non è stata particolarmente alta: due fattori che venerdì hanno permesso all’energia solare nel Regno Unito di soddisfare all’incirca un quarto della domanda di energia elettrica nazionale, stabilendo un nuovo record―per la precisione sono stati prodotti 8,7 gigawatt

6. #MapOfTheWeek

Se avete qualche curiosità sul gas naturale europeo― “l’energia del medio termine”, ovvero la fonte che ci permetterà di effettuare gradualmente il passaggio dagli attuali combustibili fossili alle energie rinnovabili―qua vi proponiamo la mappa definitiva, disegnata dagli ormai conosciuti amici dell’International Energy Agency (IEA).


Eco è a cura di Giovanni Scomparin, Nicolò Florenzio e Tommaso Sansone.

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