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foto, cortesia di Locus Festival

Terza puntata di Tour Bus, dopo esserci soffermati in Piemonte (Balla coi Cinghiali e A Night Like This) rotoliamo verso sud in direzione Puglia per un vero world festival.

Il Locus festival è una realtà affermata ormai dal 2005 che porta ogni anno nello stivale d’Italia alcuni tra i nomi di spicco del panorama musicale internazionale, in un paese di neanche 15 mila anime. La line-up di quest’anno si snoda dal 9 luglio al 12 agosto e prevede una preview il 1 giugno con Jonny Greenwood from Radiohead e il suo progetto “Junun” tutto da scoprire (just click here). Si continua poi con alcuni concerti a pagamento (Bonobo il 9 luglio, Benjamin Clementine il 23 luglio, Niccolò Fabi il 12 agosto) e molti altri ad ingresso gratuito, come i Yussef Kamaal o i nostrani Deproducers. In un’intervista corale Mimmo Pizzutilo, responsabile comunicazione, e Gianni Buttiglione, direttore artistico, ci raccontano come si raggiunge il mondo partendo da Locorotondo, provincia di Bari.

Scrivete che “il Locus festival si è sempre distinto per un perfetto equilibrio tra qualità e popolarità” potete spiegarci meglio? 

Crediamo che la direzione artistica di un festival non possa limitarsi a seguire i propri gusti ma debba fare i conti con la soddisfazione e la formazione del pubblico. L’attenzione all’equilibrio fra questi due aspetti è costante nella progettazione del Locus in quanto cerchiamo sempre di offrire un festival che sia oltre le aspettative e le conoscenze acquisite di chi vi partecipa, ma allo stesso tempo in grado di intrattenerlo efficacemente. In questo modo cresciamo un pò tutti!

Il concetto di “glocal” è adatto alla vostra identità, tra preservare il locale ed aprirsi al globale. Come riuscite a mantenere il giusto equilibrio tra i due concetti?

È una cosa che ci viene naturale in un posto come Locorotondo, uno dei borghi più belli d’Italia,  per il modo in cui abbiamo sempre vissuto il rapporto col territorio della Valle D’Itria. Da tempo la magia di questi luoghi attrae un turismo di qualità, anche dall’estero, e durante il Locus il “genius loci” dei centri storici viene contaminato ed enfatizzato dalla musica che arriva dai palchi. Le contrade pugliesi sono impregnate di cultura e tradizioni, e per non perdere questo patrimonio ci teniamo molto a mantenere armonia fra la proposta musicale ed il contesto. Non è semplice come modalità, anche perché non vogliamo né essere scontati né  rinunciare ad osare. Finora siamo molto soddisfatti del modo in cui abbiamo portato grandi artisti internazionali nella piazza di un piccolo paese, e l’amore che ci è cresciuto attorno ci incoraggia sempre!

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Quali sono gli eventi collaterali a Locus 2017?

Sono tantissimi! Possiamo citare gli incontri pubblici con gli artisti o le proiezioni di film musicali, così come una “live radio” con selezioni tematiche e talk trasmessi in diretta streaming. C’è poi un mercatino di design e artigianato di qualità, e anche escursioni guidate in bici collegate con gli eventi. Si continua poi con aperitivi musicali sulla spiaggia e after party notturni. Il programma completo viene comunicato sotto l’inizio del festival, e non dimentichiamo ovviamente la cucina pugliese! L’offerta gastronomica dei punti ristoro ufficiali è uno dei nostri fiori all’occhiello perché i nostri partner sono un’eccellenza della nostra regione: quest’anno abbiamo i vini Tormaresca (con bottiglie etichettate Locus!), le prelibatezze di mare di Pescaria e i latticini Murgella. Anche la parte culinaria ci ricorda sempre dove siamo e da dove veniamo, per rimanere in tema con l’idea di “glocal” il cibo è sicuramente la parte “local”!

Tra gli artisti dell’edizione 2017 ne avete uno in particolare che vi sta a cuore? 

Noi li amiamo ed attendiamo con piacere tutti, ma contiamo molto sull’impatto positivo che può avere sul nostro pubblico un artista immenso come Benjamin Clementine, che abbiamo avuto modo di apprezzare in un altro contesto. Nel 2016 abbiamo organizzato un suo concerto nel prestigioso Teatro Petruzzelli di Bari, dopo che la prima data saltò perché lo stesso giorno cadeva la cerimonia di premiazione per il Mercury Prize per cui era stato nominato (e che poi lo stesso Clementine vinse, dedicando il premio alle vittime del Bataclan, ndr). Il live raggiunse il sold-out in prevendita, e Benjamin si rivelò essere un artista autentico, una persona semplice ma allo stesso tempo carismatica. A piedi nudi sul palco, voce e piano, ha letteralmente incantato il pubblico con cui è riuscito a creare una sottile e profonda comunicazione fino al finale con diversi bis fuori programma e standing ovation nella sala illuminata. Una grande emozione. 

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Gli artisti stranieri che sono passati da voi come si sono trovati? Erano abituati all’idea di suonare in un festival italiano o era una novità per loro?

Molti conoscono già l’Italia, ma la prima volta in un piccolo paese pugliese fra i trulli e le contrade è sempre una piacevolissima sorpresa per tutti! Questa poi diventa entusiasmo quando si trovano davanti il nostro pubblico sempre notevolmente attento e partecipe. Anche l’atmosfera generalmente informale e rilassata è molto apprezzata, ricordiamo ad esempio David Byrne a spasso in bicicletta, Gil Scott-Heron goloso di gelati nel bar della piazza, o i Kings Of Convenience al mare con la chitarra e affascinati dall’architettura tradizionale… tanti aneddoti e ricordi in 12 anni di Locus!

Com’è il vostro rapporto con il Comune di Locorotondo? Quanto serve in Italia un appoggio istituzionale nella realizzazione di una rassegna di concerti come la vostra?

Il rapporto con il Comune è ottimo, ha determinato la nascita stessa del festival e si è mantenuto stretto negli anni nonostante l’avvicendarsi di varie amministrazioni. Essenziale nella crescita anche il ruolo della Regione Puglia, che ha investito fondi europei nel settore culturale. Abbiamo avuto la fortuna di trovarci sempre di fronte a persone intelligenti e in gamba nel loro ruolo, al di là delle figure istituzionali e delle appartenenze politiche. Il supporto pubblico è ovviamente fondamentale ma per nostra fortuna anche il peso degli sponsor privati è aumentato negli ultimi anni. In generale tendiamo a rendere sempre più virtuoso il rapporto tra investimento pubblico e resa in termini di ricaduta economica sul territorio, anche grazie all’inserimento di eventi a pagamento accanto a quelli gratuiti. Fortunatamente non abbiamo mai incontrato gravi criticità finora, la difficoltà più grande è gestire la liquidità ed i flussi economici soprattutto quando parte del budget dipende da amministrazioni pubbliche. Non è neanche semplice creare un cartellone artistico con una linea coerente facendo i conti con quello che offre il mercato internazionale in un preciso momento dell’anno, il sud Italia poi è difficilmente raggiungibile da tour che si muovono in bus e questo a volte restringe ancora di più le scelte.

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La Puglia è una delle regioni più attive nell’organizzazione di eventi live, basti pensare a Puglia Sounds o al parco Gondar a Gallipoli. Come vi relazionate con le altre realtà della vostra regione?

Ricerchiamo sempre la massima cooperazione e coordinamento, finchè possibile, anche quando si opera in una sana concorrenza. Come Bass Culture (società che ha ideato e che produce il Locus festival) siamo professionisti nel settore da ormai quasi vent’anni, molti dei nostri concorrenti sono anche potenziali clienti ed è quindi nostro interesse avere buoni rapporti con chiunque abbia contribuisce far crescere la casa comune. Gli unici problemi possono nascere nel caso di operazioni “mordi e fuggi” e speculazioni, ma per fortuna hanno quasi sempre vita breve.  Facciamo parte della più autorevole associazione di categoria nel settore musicale, Assomusica, e siamo sia organizzatori che fornitori di servizi e proposte artistiche. Siamo quindi in grado di capire ed immedesimarci nelle esigenze di tutti. Abbiamo rapporti stretti e fruttuosi con tanti tra cui due bellissime realtà del Sud legate alla world music: Carpino Folk Festival e Ariano Folk Festival. Fuori dalla nostra regione invece siamo molto legati ad Elita, che organizza la Design Week a Milano, a cui peraltro ci unisce l’esperienza dell’Italian Quality Music Festivals.

A tal proposito, siete tra i fondatori dell’ Italians Quality Music Festivals. Tra gli obiettivi che vi siete posti qual è per voi quello per cui c’è bisogno di più impegno? 

La valorizzazione dell’industria musicale è qualcosa di cui c’è enormemente bisogno in una realtà “provinciale” come quella italiana, a fronte di un potenziale immenso rappresentato dall’eccezionale valenza turistica di gran parte di questo paese. Per questo riteniamo strategico e indispensabile fare rete fra realtà affini in termini qualitativi e stilistici. Fare rete in teoria è semplice, ma nella pratica è dura perché ognuno ha le sue priorità e le sue esigenze. Con IQMF abbiamo iniziato a incontrarci e parlarci con piacere, e questo è già un buon risultato. È stato realizzato il sito web Italian Music Festivals come piattaforma comunicativa comune, e stiamo per mettere in campo varie iniziative da piattaforme di solidarietà a campagne di comunicazione congiunte.


La prossima edizione del Locus Festival sarà dal 9 luglio al 12 agosto 2017 a Locorotondo (BA).

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