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Ogni punto di riferimento geografico del pianeta, con letteralmente solo tre eccezioni, è denominato in onore di dee e grandi donne della Storia.

Eleanor Lutz è tecnicamente una studentessa di biologia all’Università di Washington. Attualmente lavora con Jeff Riffell in un laboratorio di ricerca che studia come le zanzare imparano e ricordano quello che gli succede.

Come se non bastasse, nel tempo libero cura un sito, Tabletop Whale, dove pubblica grafiche, infografiche e mappe strepitose: ricchissime di minuzie, esteticamente impeccabili, sempre super.

Lutz era finita nel nostro radar prima ancora che the Submarine emergesse, quando lo scorso anno aveva pubblicato una mappa medioevaleggiante di Marte, ispirata dalla recente missione esplorativa della NASA.

A voler essere precisi, si tratta di una mappa in stile vittoriano, come spiega nel proprio blog, perché, esattamente come nelle mappe di quel genere, tutt’ora abbiamo un’idea in qualche modo vaga della topografia del pianeta — che a tutti gli effetti occupa il ruolo di prossima frontiera dell’esplorazione umana.

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Anche Marte non è male, comunque

Quest’anno Lutz è tornata nello Spazio per realizzare una mappa topografica di Venere.

Si vede subito che caldo che fa

Come Marte, Venere rappresenta uno degli spazi più vicini alla Terra da esplorare, ma a causa della temperatura altissima, in media 460°C  — più alta perfino di Mercurio, e in grado di fondere anche il piombo — nessuna sonda che abbiamo mai mandato sul pianeta è riuscita ad operare per più di poche ore: non è stata una sorpresa, sia chiaro, ma limita enormemente le nostre possibilità di esplorazione del pianeta.

17-03-06

Venere si contraddistingue per un’altra peculiarità: ogni punto di riferimento geografico del pianeta, con letteralmente solo tre eccezioni, è denominato in onore di dee e grandi donne della Storia — appropriatamente. La mappa di Lutz marca tutti i principali punti di riferimento della Alpha Regio — una delle eccezioni di cui sopra, insieme alla complementare Beta Regio e il Monte Maxwell, battezzato in onore del fisico scozzese James Maxwell, autore della prima teoria moderna dell’elettromagnetismo — segnando per ognuno la sua origine mitologica o storica.

L’Unione Astronomica Internazionale ha infatti stabilito un insieme di norme e leggi per nominare gli elementi del paesaggio venusiano.

  • Le fenditure si chiamano in onore delle dee della luna e della caccia;
  • I colli portano i nomi delle dee dei mari e degli oceani;
  • Le corone, piane ovali del pianeta, hanno il nome delle dee della fertilità;
  • Le creste, le dee dei cieli;
  • Le farrae, pianure rialzate, delle dee delle acque;
  • Le fosse, depressioni che solcano le pianure, e le linee, lunghe tracce bianche o nere sulla terra, portano i nomi delle dee della guerra;
  • Le montagne portano i nomi delle dee di montagna; ?
  • Le rupi, profonde spaccature, sono chiamate con i nomi delle dee della terra e della casa;
  • Le tesserae, zone di terra a scaglie, dee del destino e della fortuna;
  • Le undae, pianure di dune, hanno i nomi delle dee dei deserti;
  • Le vallate hanno i nomi di dee dei fiumi, o traduzioni della parola “Venere” in lingue del mondo.
  • I tholi, piccole montagne a forma di cupola, e i fluctus, aree coperte da eruzioni raffreddate, prendo nomi delle dee che rimanevano libere dopo questo lavoro di assegnazione :(

È un vero peccato che Venere non sia abitabile, perché i posti hanno dei nomi bellissimi.

I nostri dieci preferiti:

  • Lavinia Planitia, la pianura della moglie romana di Enea,
  • Dione Regio, la regione della dea greca,
  • Nefertiti Corona, la corona della regina egiziana,
  • Nix Mons, il monte della dea greca della notte,
  • Kali Mons, il monte della dea Indù madre della morte,
  • Seoritsu Farra, della dea giapponese delle correnti,
  • Mamitu Tesserae, la zona scagliosa della dea accadica del destino,
  • Selu Corona, la pianura della dea cherokee del grano,
  • Kallistos Vallis, la valle dell’antica dea Venere greca,
  • Pavlova Corona, la corona della ballerina russa novecentesca — sì, come se fosse una dea della fertilità. ?

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I crateri più piccoli di 20 km hanno nomi comuni di donna, i crateri grandi, invece, hanno nomi di donne famose o storicamente importanti. Alcuni dei migliori:

  • Cratere Agnesi, per Maria Agnesi, filosofa italiana,
  • Cratere Lehmann, Inge Lehmann è stata una fondamentale sismologa danese,
  • Cratere Scarpellini, Caterina Scarpellini, astronoma italiana,
  • Cratere Callas, per Maria Callas
  • Cratere Piaf, per Edith Piaf
  • Cratere Aurelia, la madre di Giulio Cesare,
  • Cratere Kemble, per Fanny Kemble, star del teatro vittoriano,
  • Cratere Lind, per Jenny Lind — soprano lirico svedese,
  • Cratere Stein, per Gertrude Stein, poetessa modernista e icona LGBTQ,
  • Cratere Frank, in memoria di Anna Frank.

Insomma, quando si parte? ?

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