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Il presidente dell’autorità anticorruzione della Regione Lombardia ha annunciato le sue dimissioni — definendo la scelta “irrevocabile” e “meditata.”

Francesco Dettori, ex magistrato, era stato scelto da Roberto Maroni per dirigere l’autorità meno di un anno fa, in seguito ad uno dei tanti scandali sulla corruzione nella sanità regionale.

Dettori ha rassegnato le proprie dimissioni inviando una lettera a Maroni e al presidente del Consiglio regionale, Raffaele Cattaneo, dove ha elencato i motivi che l’hanno spinto a una rottura definitiva: soprattutto, i problemi di coordinamento con Maria Pia Redaelli, presidente dell’Ufficio regionale per la prevenzione (sic). Secondo quanto riporta Repubblica, sarebbe stata proprio “un ultimo inqualificabile comportamento” da parte di Redaelli a far ripensare a Dettori il proprio ruolo nell’amministrazione regionale.

“La cosa singolare è che queste dimissioni avvengono proprio mentre è in corso l’ennesima inchiesta che vede coinvolta la Regione, questa volta su Finlombarda,” ha dichiarato a The Submarine il capogruppo PD in Consiglio regionale, Enrico Brambilla. “A riguardo, l’autorità anticorruzione non si è accorta di nulla, a dimostrazione che così com’è strutturata ora ha una scarsissima utilità. Inoltre, è in corso una bufera sulla principale azienda gestita dalla Regione e il presidente se ne va in questo modo. Chiediamo a Maroni di riferire al Consiglio — anche perché l’ha indicato lo stesso Dettori nella sua lettera.”

Nella vicenda Finlombarda sono indagati per truffa Danilo Maiocchi, direttore generale dello Sviluppo economico regionale, e per corruzione Mario Cesaroni, presidente di Confapi Milano insieme a Marco Cirillo, consigliere regionale e già sottosegretario all’ambiente del governo Letta. Sembra che Maiocchi abbia intavolato una sorta di doppiogioco, controllando sia il meccanismo di erogazione dei fondi regionali di Finlombarda sia le società che si rapportano con Finlombarda per ottenere crediti da destinarsi ad aziende. Tutte cose di cui l’autorità per l’anticorruzione non si è minimamente resa conto.

Dettori, tra l’altro, era consapevole di guidare un’agenzia a cui erano stati dati pochissimi poteri effettivi per svolgere lo scopo al quale, in teoria, era stata chiamata. A Maroni, però non sembra importare molto. Il mese scorso Dettori aveva rilasciato una nota particolarmente ruvida: “peraltro, non ho apprezzato e non posso apprezzare la totale personale assenza dagli sviluppi della vicenda del presidente Maroni dopo l’incontro del 9 febbraio, nel contesto del quale era stato messo al corrente della situazione”.