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L’ultima volta che un Presidente del Consiglio è venuto a Milano attirando tanta attenzione mediatica, il ruolo era ricoperto da Matteo Renzi, e con il sindaco di Milano, Beppe Sala, se la intendeva alla grande.

In quell’occasione era stato firmato il Patto per Milano, una dichiarazione di intenti e di progetti per finanziamenti nell’area meneghina.

Poi il Governo Renzi è caduto, e sul Patto per Milano sono scese le ombre. Il nuovo premier, il riservato Gentiloni, andrà d’accordo con il vecchio sindaco? I soldi e la volontà di collaborazione promessi verranno ribaditi o lasciati cadere nel dimenticatoio?

Oggi i due si sono incontrati a Palazzo Marino, anzi, Gentiloni ha avuto l’opportunità “di ascoltare la giunta e di ascoltare dagli assessori la priorità e il lavoro su cui Milano è impegnata,” secondo lo stesso premier. Gentiloni ha rinnovato la promessa con la città:

“Il governo è impegnato a dare una mano con l’operazione Strade Sicure, e la darà nei prossimi mesi. Abbiamo una cornice, che è il Patto per Milano su cui il governo è impegnato ad andare avanti, lo faremo passo dopo passo mantenendo gli impegni che sono stati presi. Venerdì si riunirà un Consiglio dei ministri e tra i progetti che varerà ci saranno due progetti che interessano Milano — il primo è la variante Tricolore della linea 4 e il secondo un progetto che riguarda il quartiere Adriano.”

In particolare la riqualificazione del quartiere Adriano, secondo Gentiloni, prevede un contributo da parte dello Stato di 18 milioni di euro provenienti da un altro patto — quello per le periferie, che prevede investimenti e ristrutturazione in 120 quartieri di varie città italiane.

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Uno degli assenti di questo incontro è stato il tema post-Expo, che invece era uno dei ritornelli preferiti nelle visite milanesi di Renzi, con tutta la retorica della cittadella dell’innovazione sul sito dell’eposizione. “Ne parleremo pomeriggio alla Fondazione Feltrinelli,” ha dichiarato però il Premier.

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Nel corso della conferenza stampa sia Sala che Gentiloni hanno citato più volte la possibilità di carpire a Londra qualche azienda in fuga dalla Brexit — è noto l’interesse verso l’Agenzia Europea del Farmaco. Sala ha annunciato che venerdì volerà a Londra per lavorare sulla questione. “Crediamo che la decisione verrà presa dagli organi competenti a giugno o poco più in là,” ha dichiarato il sindaco. Dobbiamo essere pronti appena parte l’articolo 50 a dare battagli con il dossier in mano. Tutto questo per risottolineare cosa vuole essere Milano: una città innovativa e competitiva a livello internazionale, in cui le ragioni dell’apertura — oggi abbiamo visto il capo di Starbucks — non ci fanno dimenticare che l’attenzione per chi è in difficoltà non manca mai.”

Anche Gentiloni si è dichiarato convinto che Milano “ha le carte in regola per farcela, anche se non sarà una partita semplice.” E si è poi lanciato in una piccola giaculatoria in linea con la retorica di Milano “capitale morale”, buona per tutte le occasioni ma che da qualche tempo è tornata particolarmente di moda:

“Milano oggi è molto importante per il nostro paese, soprattutto – credo — per la sua capacità di essere assieme una città molto attraente con investimenti e persone. Affrontiamo spesso discussioni dolorose su quanti nostri giovani siano costretti ad andare a lavorare all’estero. Dobbiamo anche pensare quanti sono i giovani che scelgono una città come Milano per i loro studi. Milano è una città accogliente – come diceva Sala, il 10% dei Milanesi fa volontariato. Questa solidaristica è un’antica tradizione di Milano che può rinnovarsi, in un momento in cui essere accoglienti è così importante. Infine Milano è una città affidabile, che se prende degli impegni li mantiene.”

Gentiloni ha poi risposto ad una domanda sul caso dell’eutanasia di Dj Fabio — “mi sento colpito dalla vicenda come tutti. Il governo guarda con rispetto al confronto che interpella le singole coscienze dei parlamentari” — ed è poi passato a rispondere all’ultima domanda della conferenza stampa, rivoltagli da noi di The Submarine:

Abbiamo chiesto al Presidente del consiglio se, essendo i livelli di inquinamento di Milano e Padania sempre più alti rispetto alla media Europea, e fuori dai valori, non sarebbero necessari progetti di livello nazionale per combattere questa emergenza.

“Abbiamo parlato anche di questo con la giunta e l’assessore alla mobilità e all’ambiente. Ci sono impegni che richiedono di prendere decisioni sotto il profilo tecnico su alcuni aspetti secondari, ad esempio l’uso delle telecamere — ci ragioneremo su un tavolo nazionale. Siamo impegnati come sapete a far fronte alle sfide che ci vengono anche dalle procedure di infrazione europee. La riduzione dei livelli d’inquinamento è un tema del futuro per quanto riguarda l’approvvigionamento energetico e i sistemi di mobilità, ma che nell’immediato ha – se non altro a livello di contenimento – l’impegno del governo. Non ci rassegniamo alle procedure di infrazione e concordiamo insieme alle diverse amministrazioni locali le diverse possibili strategie.”

A questo punto il sindaco Sala, prima di chiudere l’incontro, si è sentito in dovere di dire la sua al riguardo.

“Dal punto di vista della mobilità noi crediamo di star facendo le cose giuste: rafforzamento delle linee metropolitane, un controllo dei mezzi inquinanti sempre più incisivo, un’idea di disincentivare l’uso dell’auto con blocchi ma portando anche la comunità a ragionare in un altro modo, come il car sharing. A mio avviso — e qui lancio il tema al governo per ragionarci — la cosa che non funziona sono gli incentivi al cambiamento delle caldaie. Se una città come Milano — che normalmente le risposte ce le ha — non risponde a questi incentivi, che è vero, danno uno sgravio, ma sul lungo termine, e non in maniera diretta, vuol dire che si tratta di incentivi inefficaci. Capisco sia un tema difficile, ma bisogna riflettere. Lascio questa cosa sul tavolo del governo.”