NoLo, Milano est: quando le istituzioni sono assenti, la riqualificazione parte dal basso
Sembra quasi una contraddizione, il nuovo quartiere dai due volti che coesistono e contrastano all’interno della stessa comunità.
foto di Marta Clinco,
testo di Elia Altoni e Marta Clinco
“Non si può riqualificare dal basso una zona senza fare i conti con la stragrande maggioranza dei cittadini che la popolano: NoLo è uno dei quartieri più multietnici d’Italia; dov’è l’inclusione – è una riqualificazione, o una bonifica radical chic?”
Fabrizio, 27 anni, nato e cresciuto in viale Monza
È il quartiere del design, dei giovani, degli artisti, del fermento culturale. È North of Loreto, NoLo per crasi, il quartiere che sorge intorno a viale Monza e alla nota via Padova. Sembra quasi una contraddizione, il nuovo quartiere dai due volti che coesistono e contrastano all’interno della stessa comunità.
A pochi passi da Loreto, molti residenti definiscono il quartiere come “la nuova Isola”, ma facendo due passi tra le vie di NoLo è subito evidente che la questione è ben più complessa. Questa zona infatti, prima di essere teatro dell’immigrazione da Africa e Asia, è stata, a partire dagli anni Sessanta, una delle mete favorite dell’immigrazione interna, quella che dal Sud Italia portava flussi di disoccupazione verso il Nord e quindi verso Milano. A NoLo il fenomeno dell’immigrazione è sempre stato presente, più forte che in altre zone, ma si assiste ora a una stratificazione del tessuto sociale data dall’arrivo dei nuovi abitanti del quartiere, che approfittano del calo degli affitti in un’area ben collegata al centro della città.
“La riqualificazione del quartiere è un progetto nato dal basso, attraverso social streets, districts e affini e attraverso l’operato di associazioni culturali operanti sul territorio. L’idea di riqualificare il quartiere è venuta ad un gruppo di più o meno giovani residenti che, sfruttando l’onda dell’hipsteria dilagante in città e ispirandosi a modelli di successo già testati all’estero, ha deciso di rilanciare la zona partendo dalla socialità e dalla condivisione di idee e iniziative, per lo più in ambito culturale” ci racconta Fabrizio, che spiega anche come, a suo avviso, non sia possibile riqualificare il quartiere dal basso, a meno che non ci sia un intervento pianificato dall’alto, dalle Istituzioni, “che invece hanno sempre visto e continueranno a vedere la zona come un comodissimo ripostiglio nel quale nascondere le effettive criticità, per non creare problemi a chi vive le altre stanze della casa. Il caso di Isola, ad esempio è emblematico di come la gentrificazione possa essere portata a termine solo grazie ad una pianificazione strategica istituzionale e la conseguente spinta dei colossi immobiliari.”
Conclude: “Come conciliare tutte queste contraddizioni? Con un progetto esclusivo di rilancio in salsa hipster? Il quartiere ha molto potenziale umano e urbanistico, senza dubbio, ma finché le amministrazioni non si decideranno a piantare in questo terreno fertilissimo, estirpando prima le erbacce, rimarrà soltanto una simpatica meteora avvolta da una bolla mediatica.”
Entrati in via Padova, notiamo subito l’enorme quantità di negozi, di tutti i tipi: parrucchieri, store di elettronica, alimentari, kebabbari, ristoranti. NoLo si presenta immediatamente come un quartiere a misura d’uomo. Nessun grande magazzino, solo piccoli negozietti e varie attività commerciali sparsi lungo la via.
Proseguendo lungo la via ci imbattiamo nell’ora ex Parco Trotter, uno dei fulcri del quartiere, che ospita una delle scuole elementari locali: bambini di diverse etnie giocano liberamente a calcio, in un’atmosfera rilassata e stranamente silenziosa, interrotta solo dal passaggio dei treni sul vicino cavalcavia. L’istituto ha vinto nel 2013 il Premio Art.3, per “il quotidiano impegno volto a comprendere, accettare e superare le differenze esistenti tra culture differenti in pieno rispetto della Costituzione della Repubblica italiana.”
Ex Parco Trotter, viale Padova.
Passato il cavalcavia, decidiamo di spostarci verso viale Monza, costeggiando la ferrovia. Qui graffiti e murales autorizzati dal Comune di Milano colorano la via di passaggio, poco esposta, dando vita a un angolo d’arte in continuo cambiamento, a disposizione dei giovani artisti che abitano nella zona.
Nel mercato comunale di viale Monza, scambiamo due parole con Stefano, il panettiere: “Diciamo innanzitutto che c’è fermento sociale, la zona si sta rivitalizzando. È un quartiere comodissimo per raggiungere il centro, i prezzi sono scesi parecchio, per cui è diventato appealing per i giovani, magari provenienti da altre città. Grafici, creativi, tutti giovani molto attivi: grazie a loro il quartiere sta avendo nuova vita”.
Basta camminare pochi minuti e diventa chiaro: a Nolo si lavora, e anche tanto. Camion a lato della strada che scaricano e caricano merce, negozi pieni, bancarelle che brulicano di persone, così come i bar e i locali. Giovani e anziani di qualsiasi etnia affollano le strade a qualsiasi ora del giorno.
Vendita pellet, viale Padova.
Market di alimentari peruviano, via dei Transiti.
Viale Padova
Il Centro Occupato Autogestito T28 in via dei Transiti è uno dei centri sociali più attivi a Milano, e nonostante le continue minacce di sfratto rimane un punto di riferimento a NoLo. Oltre a una comoda sala prove, il COA T28 da tempo organizza anche corsi di italiano per gli stranieri.
Market alimentari internazionale, via dei Transiti.
Murales a favore dell’occupazione abusiva del civico 28, via dei Transiti.
Via Crespi, interno.
Macelleria libanese, via Crespi.
In via Crespi sopravvivono ancora attività che ricordano la Milano di un tempo, come quella di questo barbiere, storica istituzione del quartiere.
Bar Varisco, uno dei luoghi storici ad angolo con via Crespi.
Tra le nuove attività nate nella zona est di NoLo alcuni negozi quantomeno originali, come quello di Stefania, che si guadagna da vivere vendendo biciclette e piante a dir poco particolari.
Politicamente impegnato sui temi caldi del momento, il Beltrade offre una programmazione varia, incontri con i registi e workshop; un ambiente ideale per veri cinefili.
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