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Tensioni con la polizia durante la manifestazione organizzata per protestare contro il convegno neofascista di Forza Nuova.

Sono stati giorni di tensione per Genova. Dal 30 gennaio, quando è stato annunciato che il capoluogo ligure avrebbe ospitato il convegno delle cosiddette “ultradestre europee”, la città ha vissuto un crescendo di tensione. Studenti, centri sociali, membri dell’ANPI e collettivi antifascisti hanno, da subito, manifestato la propria forte opposizione all’evento. Tanto che anche i gestori del centralissimo Starhotel di Corte Lambruschini, in origine sede dell’incontro, hanno preferito ritirare la propria disponibilità, preoccupati dei possibili disordini.

Nei giorni seguenti le proteste non si sono calmate, tutt’altro. L’incertezza sul luogo ha tenuto sulle spine gran parte della città, che ha risposto organizzando sit-in davanti ai palazzi del potere genovesi. Il Presidente della Regione Liguria, Toti, molto democristianamente, ha citato Voltaire nel tentativo di calmare la situazione. “Chi ha combattuto per far avere a Genova una medaglia d’oro per la resistenza e quindi renderla una città libera e democratica lo ha fatto anche perché si possano ospitare convegni di chi non la pensa come lui. Io penso che anche quando le idee non sono condivise mi devo battere perché quelle idee possano essere espresse.”

Arriva così, fra l’ansia e la tolleranza dei principali uomini politici della città, l’11 febbraio, data del convegno. La location, rimasta top secret fino al giorno precedente, viene rivelata essere Via Orlando, nel quartiere di Sturla. L’organizzatore — il leader di Forza Nuova Roberto Fiore — ha voluto fra gli invitati Udo Voigt, eurodeputato del Partito Nazionaldemocratico tedesco —  di dichiarate ispirazioni neonaziste; Nick Griffin, eurodeputato del movimento di estrema destra British Unity; Yvan Benedetti, presidente de l’Œuvre française — movimento sciolto con decreto legge il 25 luglio 2013; Sarmiza Andronic, rappresentante del partito Romania Unita. Facile capire il nervosismo di una città da sempre roccaforte di sinistra.

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Le contromanifestazioni hanno attraversato tutto il quartiere, partendo da Piazza Ragazzi del ’99, scendendo lungo via Isonzo e arrivando infine in via Caprera, dove la polizia aveva già provveduto a chiudere l’accesso. Attimi di tensione si sono avuti intorno alle 15, quando un manipolo di “antagonisti” si sono distaccati dal corteo per ingaggiare lo scontro con le forze dell’ordine. I manifestanti hanno poi progressivamente cominciato a dirigersi verso la Casa dello Studente di via Aldo Moro intorno alle 15:30 — orario d’inizio dell’incontro fra i leader nazionalisti — dove era previsto un discorso del sindaco Marco Doria.

Sul finire degli scontri ci avviciniamo a un gruppo di signori che osservavano torvi le scene, poco staccati dal marasma. Ci avviciniamo per chiedere le loro impressioni. Spartaco, portuale 58enne, prende la parola rispondendo anche per gli altri: Cosa ne pensa di questo convegno? Anche lei qui perché contrario? “Sì, non mi piace come ci stanno prendendo in giro. Ci stanno sfruttando per farsi pubblicità. Chiaramente sapevano che organizzare una cosa del genere in una città come Genova avrebbe provocato molte reazioni. È tutto un favore che gli stiamo facendo.”

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Ma allora perché è sceso in piazza, oggi?
“Non ce l’ho fatta a non essere solidale con il corteo. Mio nonno era camallo (scaricatore di porto), come lo era mio padre e come lo sono io. Lo spirito della mia città è quello di un’apertura a prescindere verso il diverso. Questi signori, che stanno parlando qualche casa più in là, rappresentano tutto ciò che non siamo noi genovesi. Ma anche noi italiani in generale secondo me.

Non crede sia giusto che anche chi non la pensa come lei possa esprimere la propria opinione? “Certo. È fondamentale, l’ha anche detto Toti credo. Ma una cosa è esprimere ciò che si pensa, diverso è fare qualcosa che in Italia è vietata: ricreare movimenti fascisti. Non mi preoccupa chi ha visioni diverse dalle mie, mi preoccupa chi non rispetta la Costituzione. Questo è inaccettabile.”