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Tornano live a Milano i C+C Maxigross, punta di diamante del psych-folk italiano. Abbiamo scambiato qualche parola con loro in occasione del concerto.

Ne ha fatta di strada, il collettivo psichedelico: dalle incisioni di Singar, l’EP registrato in una baita della Lessinia nel 2011, al breve tour negli Stati Uniti dell’anno seguente, quando ancora in Italia erano pressoché sconosciuti, passando poi a Ruvain, nel 2013, primo album che li eleva ormai a pieno titolo nella nicchia delle band più interessanti sulla scena del cosiddetto folk-psichedelico italiano. E ancora concerti, grandi festival, non solo italiani — ricordiamo le partecipazioni al Primavera Sound di Barcellona — e poi Fluttarn, l’ultimo album, il cui tour si è appena concluso.

Chi scrive li ha visti e ascoltati per la prima volta tardi, nell’aprile 2016, in occasione dell’International Radio Festival a Milano. Sono invece anni che i C+C Maxigross viaggiano per lo Stivale, senza tralasciare le isole, a ritmi più o meno serrati: festival, rassegne ed eventi di ogni tipo.

Dallo scorso aprile, ancora prima di emergere ufficialmente, il Sottomarino li ha seguiti nella maggior parte delle date fissate nel Nord Italia: l’ultima, al Circolone di Legnano, si è conclusa con una lunga chiacchierata con i membri della band — quelli attuali.

“Abbiamo cambiato formazione diverse volte dal 2008: c’è stato Ambro, poi Carlotta, la batterista. Ma cambieremo ancora, ché di alcuni non siamo contenti… lo scopo è cambiare tutti i membri della band e mandare avanti il nome, l’idea” — sorridono. Ma qualcosa di vero, oltre lo scherzo, c’è: il fatto di cambiare formazione, di “restare fluidi,” è alla base della continua ricerca di novità e di evoluzione che ha caratterizzato in modo più intenso l’ultimo periodo di attività. Lo spostamento dalla forma-canzone a un continuum sempre più profondamente composito e innovativo, passando da sonorità etniche a soluzioni inedite anche nella struttura, è subito parso deciso ed evidente, anche assistendo a concerti a distanza di poche settimane.

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“Suoniamo tanto ormai, e con ritmi molto serrati — in genere tra i due e i tre concerti a settimana. Questo fa sì che ci stanchiamo più in fretta di ciò che stiamo facendo, e che cerchiamo quindi di migliorarlo, e farlo meglio. Ciò genera tutto un processo di continua evoluzione. Nel frattempo abbiamo incontrato nuovi artisti, suonato con loro, iniziato ad ascoltare musica nuova e diversa, in particolare africana e indiana. Sarebbe forse persino stimolante, se capitasse, suonare con Bello FiGo. Ma c’è un problema di fondo: siamo contro la pasta al tonno. Buona la pasta, buono il tonno, ma per noi restano due entità separate. Peccato.”

Ma quindi, questa idea di fondo, qual è? “Cambiare il mondo, tipo.”


L’appuntamento è per questa sera, dalle 21.30, al Serraglio, in via Gualdo Priorato 5, a Milano. Evento presentato da I Distratti, e Modernista. A seguire, Dj set de La Società Psychedelica.