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Chissà cosa è vero della storia della pioggia dorata: di sicuro non la teoria del complotto di 4chan e Beppe Grillo

Nelle ultime 36 ore internet è stato travolto da un fuoco incrociato di complotti spionistici, controinformazione falsa circolata da suprematisti bianchi, presidenti eletti forse con il vizio dell’urofilia e leader del primo partito d’Italia — Beppe Grillo — che citano tale controinformazione accusando l’intera storia di essere un enorme complott-scherzo di 4chan, uno dei posti più malfamati della rete.

Partiamo dall’inizio.

Durante la notte di martedì 10 gennaio BuzzFeed, seguito a ruota da altre testate se vogliamo più tradizionali — CNN, New York Times e Wall Street Journal — hanno pubblicato un report di dubbissima provenienza, ma segnalato indicativamente come “da fonti dell’intelligence britannica.” Il documento svelava finalmente, in teoria almeno, la natura del collegamento tra Trump e la Russia di Putin, che lo terrebbe stretto nel pugno, avendo un video in cui Trump avrebbe dissacrato un letto a Mosca, dove in precedenza avevano dormito gli Obama, godendosi una caldissima pioggia dorata da parte di un gruppo di prostitute.

Partiamo da un presupposto, le accuse dell’intelligence statunitense sono chiaramente molto gravi ma altresì supportate da poche prove — come abbiamo scritto più volte. Non è chiaro perché l’intelligence abbia deciso di esporsi così se i propri stessi regolamenti non permettono loro di rivelare tutte le carte, ma è chiaro che qualcosa sotto, nei rapporti russi di Trump, ci sia — c’è troppo fumo perché non ci sia almeno mezzo pollo arrosto.

Le accuse pubblicate da BuzzFeed e gli altri, però, devono aver colpito particolarmente vicino al cuore del bancarottiere dalle mani di bambino, che per la prima volta da luglio ha indetto una rassegna stampa strepitando che si trattasse solo e soltanto di “fake news,” quello che sembrava dover essere l’argomento dell’anno e invece è la scappatoia, dell’anno.

Contemporaneamente, nei forum dell’alt right è nata una deliziosa teoria del complotto che spiegherebbe non solo la fonte di questo report chiaramente falso sul salvatore della patria Donald Trump, ma che racconta di una catena di utili idioti che non si sono accorti di aver passato l’un l’altro notizie false. 

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La teoria è cresciuta in fretta, partendo da questo possibile messaggio su 4chan:

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Qualcuno avrebbe utilizzato un account pro-Clinton falso su Twitter per far arrivare l’informazione a Rick Wilson, consulente politico repubblicano ma anti-Trump, che avrebbe poi passato la notizia alla CIA e al candidato indipendente Evan McMullin, che la avrebbero poi passata a John McCain, che avrebbe deciso di utilizzarla nel suo ennesimo attacco a Donald Trump. Insomma, alla fiera dell’est un topolino mio padre comprò… ?

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Che aspetto ha una teoria del complotto oggi? È così:

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Come è evidente, a parte il primo messaggio — che è per altro tecnicamente diverso da quello che poi è apparso sul report pubblicato da Buzzfeed — non c’è letteralmente nessun collegamento tra questi post e la notizia di ieri. Eppure per molti questa è una narrativa molto più interessante di quella ufficiale: un report d’intelligence, per definizione poco credibile, ma non per questo necessariamente, o peggio, completamente falso, inviato ai media per ragioni politiche.

C’è voluto un po’, ma torniamo in Italia. Nel pomeriggio di ieri, 11 gennaio, esce un post sul “Blog delle stelle,” in difesa del bancarottiere di New York. Il post abbraccia allegramente la teoria del complotto, assolutamente artefatta, che il report sia una “trollata” (ipse dixit) di qualche ragazzaccio neo-nazista o peggio, di un fancazzista. Ovviamente la teoria presentata dal blog non ha nessuna verifica, esattamente come il documento che accusano di essere falso, ma proprio come per Trump, questa è un’occasione troppo ghiotta per il Movimento 5 Stelle, che con BuzzFeed e la storie delle fake news ha litigato più di una volta.

È l’occasione, in realtà non affatto unica, di poter rivendicare non la propria affidabilità, ma l’inaffidabilità altrui. Pone il discorso sulla post-verità su un fronte completamente diverso, molto peggiore: non sul saper distinguere notizie e propaganda (cosa in realtà abbastanza facile per un pubblico formato) ma verso un mondo dove ogni notizia può essere screditata, trasformata in un complotto, anche quando la spiegazione è molto più semplice. Un mondo dove i colpiti da qualsiasi scandalo, per quanto schiacciante, per quanto evidente — e questo, sia ben chiaro, non lo è — possano mandarlo via come un moscerino, accusando semplicemente la stampa di essere bugiarda.

Questo è in realtà il mondo ideale per realtà come quelle di Donald Trump e Movimento 5 Stelle, che sono media company prima e progetti politici dopo, perché garantiscono un dibattito continuamente infiammato, sempre più confuso — dove la verità è un’arma potentissima, ma solo se fa cliccare banner su Breitbart e su BeppeGrillo.it

Blogger, designer, cose web e co–fondatore di the Submarine.