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Questo è Hello, World!, la nostra rassegna mattiniera di attualità, cultura e internet.
Tutte le mattine, un pugno di link da leggere, vedere e ascoltare.


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Ah ma c’è ancora una Libia

Il Viminale ha firmato un memorandum d’intesa con la Libia di Fayz Mustafa al Serraj. L’Italia riaprirà oggi l’ambasciata a Tripoli, e insieme al governo libico ci si opera per attivare programmi di contenimento dell’emigrazione. (il Fatto Quotidiano)

Conferme anche per la cooperazione su lotta a foreign fighter e contrabbando di idrocarburi, ma resta in forse l’ingresso di navi europee in acque libiche nel contesto della missione navale Sophia. Difficile che si facciano passi avanti in questo senso, se l’accordo, come sembra, mira a “sigillare la frontiera meridionale” della Libia. (La Stampa)

L’Italia è il primo paese occidentale a tornare in Libia dopo l’esplosione del conflitto più di due anni fa. Ma d’altronde i paesi hanno una lunga storia comune, che va oltre il nostro passato coloniale, infatti l’accordo presentato da Minniti è basato sul precedente trattato tra Berlusconi e Gheddafi. (DW)

La Libia sta effettivamente correndo verso una normalizzazione, e questa passa attraverso un solo meccanismo: tornare a estrarre tantissimo petrolio, per la precisione, 685 mila barili al giorno. (Oilprice, 3/01)

Ma il mare di petrolio è tutto tranne che calmo: è in corso uno scontro totale tra la National Oil Corporation e le milizie della Petroleum Facilities Guard — che dopo aver difeso gli stabilimenti dal cosiddetto Stato Islamico ora sono accusati di vendere parte del petrolio estratto dai pozzi che amministra in nero. Manifestazioni violente in supporto della PFG hanno causato lo spegnimento totale della pipeline di Zawia, e per oggi è previsto un blackout nazionale. Che bel bentornato. (Libya Herald)

Mondo

Dall’altra parte del mondo, altri manifestanti per un altro oleodotto — siamo a Marfa, in Texas, vicino al confine con il Messico, dove i Nativi Americani del campo Two Rivers si preparano a bloccare la Trans-Pecos pipeline, seguendo il modello provato di Standing Rock. (the Guardian)

Parla il nuovo Segretario generale dell’ONU António Guterres: “Il 2017 dovrà essere un anno di pace.” (Newsweek)

A proposito: solo nel 2016 gli Stati Uniti del premio Nobel per la Pace Barack Obama hanno sganciato 26.171 bombe. (the Guardian)

Decine di migliaia hanno partecipato ai funerali dell’ex presidente iraniano Rafsanjani. (BBC)

Il console russo ad Atene è stato trovato morto nel suo appartamento, ma è probabile sia morto per cause naturali. (the Independent)

In quella che potrebbe essere una mossa verso il leggendario “populismo di sinistra,” nel suo primo discorso del 2017 Jeremy Corbyn abbraccia la Brexit: il Regno Unito può stare meglio fuori dall’Europa. (the Guardian)

Donald Trump ha incontrato Jack Ma, il fondatore del colosso dell’e-commerce Alibaba. They both love CHINA.

Nel frattempo, infuria la polemica per la scelta (a quanto pare) di dare un posto alla Casa Bianca anche a Jared Kushner, marito della figlia Ivanka, che in tempi meno-sospetti definivamo il vero presidente degli Stati Uniti. È un passo avanti verso la repubblica delle banane, dice Jon Schwartz su the Intercept.

Parlando di grandi compagnie: Theranos, l’azienda che doveva rivoluzionare il sistema sanitario statunitense, ha iniziato il 2017 licenziando il 40% del suo staff. (the Verge)

Italia

Lo schiaffo di Verhofstadt a Grillo “sta facendo vacillare una baracca che sta insieme per miracolo,” mentre distrae per poche ore dai guai di Virginia Raggi, dice Jacopo Iacoboni sulla Stampa.

Ma il fallimento è anche del leader dell’ALDE, che vede sfumare definitivamente le già magre possibilità di concorrere alla presidenza del Parlamento Europeo. (Il Sole 24 Ore)

I dati della disoccupazione in crescita diffusi ieri dall’Istat rendono inevitabile la domanda: funziona ancora il Jobs act? Ha mai funzionato? (la Stampa)

Milano

Debutta l’apertura anticipata della metropolitana alle 5.40 del mattino. (Corriere della Sera)

Ambiente

Se cade più neve a Messina che al Nord la colpa è anche del riscaldamento globale. Parola di Luca Mercalli. (La Stampa)

https://twitter.com/r_formigoni/status/338283254048231425

Fa freddo eh? Non fatevi abbindolare dai climate skeptics: l’aumento degli eventi climatici estremi è una delle tante conseguenze dell’incremento della temperatura media globale.

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Cult

Forse Meryl Streep non dovrebbe essere proprio il punto di riferimento ideale per la sinistra statunitense contro Trump, fa notare Eileen Jones su Jacobin.

https://twitter.com/ezraklein/status/818437638155829249

Dal canto suo, Trump ha definito l’attrice “sopravvalutata,” invitando i suoi follower a trovare definizioni peggiori.

Non avete ancora visto Nuovo Ordine Mondiale, il capolavoro del cinema complottista italiano, con Enzo Iacchetti, misteriosamente riapparso su YouTube sottotitolato in arabo? Neanche noi, ma per fortuna l’ha fatto Leonardo Bianchi. (VICE)

Sempre rimanendo in tema di surrealismo, è stata annunciata la data di messa in onda della nuova stagione di Twin Peaks.

Ma non agitatevi troppo, il regista David Lynch ha affermato di non avere alcun progetto in corso oltre la nuova stagione di Twin Peaks. (the A.V. Club)

Il negazionismo scientifico, quando non apertamente il complottismo, non è un problema di ignoranza. (Rivista Studio)

Quando chiedi ad un’intelligenza artificiale di giocare con la casa delle bambole, giustamente lei ne compra una su internet… più due chili di biscotti (perché?). (the Guardian)

Passi avanti verso la scomparsa definitiva di Yahoo: mentre procede l’acquisizione da parte di Verizon, un pezzo della compagnia si stacca e forma Altaba, Inc. (Tech Crunch)

Animali

Gli scimpanzé sanno prepararsi i drink. (BBC)

Un nuovo studio del Fish & Wildlife Service statunitense conferma: il riscaldamento globale è la prima causa di pericolo per l’orso polare. Ma Donald Trump nega tutto. (Sì, Trump anche qui. Non è colpa nostra, è il prossimo Presidente degli Stati Uniti) (Fusion)

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