Martedì 2 agosto la piazza di scambio bitcoin Bitfinex ha interrotto tutte le attività sul proprio portale, annunciando di aver scoperto un hack in corso, e che sarebbero andati “persi o rubati” svariati bitcoin. Immediatamente, il valore della criptovaluta, già in calo nei giorni precedenti, è crollato.

Undici ore fa è arrivata la conferma in un commento su Reddit da parte del rappresentante stesso di Bitfinex, Zane Tackett: la perdita totale in seguito all’hack è di quasi 120mila bitcoin.

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In seguito all’annuncio, il crollo: all’apertura della giornata il bitcoin veniva scambiato su CoinDesk BPI – un’altra “borsa” come Bitfinex – a 607$, già gravemente al di sotto del valore di 658$ di due giorni prima, quando sospetti di un hack avevano iniziato ad attraversare internet.

Mentre scriviamo queste righe un bitcoin vale 537,56$, per un crollo totale del 18%. Il valore della moneta è risalito dal fondo — raggiunto nella notte — di 518$, ma un hack di queste proporzioni rischia di avere un impatto gravissimo sulla fiducia del mercato in bitcoin, e forse anche nelle criptovalute in generale.

L’hack è stato possibile perché le monete non erano conservate in “cold storage,” offline o con almeno un elemento crittografico offline, in seguito a richiesta formale del governo statunitense.

Al nuovo, dimezzato, ritmo di “estrazione,” 120mila bitcoin sono poco meno di tre mesi di attività di battuta della moneta.

Non è ancora chiaro come l’hack sia avvenuto: Bitfinex trattiene i depositi dei propri utenti in portafogli separati, ognuno con una propria chiave di crittografia dedicata. Essendo ogni portafoglio separato, è possibile che alcuni utenti riescano a recuperare i propri fondi — ma questo porrà Bitfinex inevitabilmente di fronte ad una scelta impossibile, se far ricadere la perdita solo sui proprietari di portafogli compromessi o se dividere la perdita anche tra gli utenti i cui i conti sarebbero altrimenti intatti.

Solo poche settimane fa sono stati rubati 50 milioni di dollari in un’altra criptovaluta, l’Ethereum — che sta in questo momento attraversando un vero e proprio boom, tra grandi azionisti che spostano le proprie finanze verso la moneta alternativa e il rifiuto da parte della comunità di abbracciarne una nuova versione, creata ad hoc per bloccare le transazioni contenenti valuta rubata.