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La realtà aumentata di ultima generazione sta entrando sempre di più nelle nostre vite attraverso l’utilizzo degli Smartphone.

Emblematico è il caso del’applicazione Pokémon Go lanciata da qualche giorno in Australia, Stati Uniti e Nuova Zelanda, che ha già fatto il pieno di download e ha fatto alzare il valore del titolo Nintendo alla borsa di Tokyo del 93%. Ieri l’app è stata lanciata finalmente anche sul mercato europeo e giapponese mettendo termine alle attese di milioni di fan.

Da subito la realtà aumentata ha iniziato a prevalere sulla realtà concreta.

13695226_10209582108326369_1687094965_nUn militare USA attualmente volontario sul fronte iracheno è diventato popolare su Facebook dopo aver pubblicato una foto che lo ritraeva a catturare Squirtle con in primo piano un fucile accanto alla pokéball.

La situazione sfugge totalmente di mano quando sfida i membri dello Stato Islamico a sfidarlo non in battaglia ma nella ricerca delle creature digitali: “Ho appena catturato il mio primo pokémon sul fronte di Mosul vicino a Teleskuf. Membri di Daesh vi sfido in una battaglia di pockémon, le armi sono per donne”.

A quanto pare il gioco era un diversivo per abbattere la noia: “Tutti parlavano, ma non stavano facendo nulla. Volevo semplicemente fare qualcosa di diverso”.

13695675_10209582124246767_1351272010_nSi è lasciato molto incuriosire anche il 76enne presidente di Israele Reuven Rivlin che, prima del post di condoglianze per l’attentato di ieri a Nizza, ha pubblicato su Facebook lo screenshot di Meowth all’interno della sua stanza, commentando ironicamente “qualcuno chiami la sicurezza”.

La situazione sta degenerando, ma iniziano ad esserci anche i primi divieti. Sempre in Israele i vertici dell’esercito hanno deciso di vietare la ricerca degli animali virtuali e l’uso dei telefoni per il rischio di condividere immagini di luoghi sensibili su internet.

Al museo della Shoah di Washington e ad Auschwitz è stato fatto divieto di usare l’applicazione dopo che il passaparola era girato fra molti turisti.

Nella località di Waikato, in Nuova Zelanda, gli automobilisti vengono dissuasi dal giocare durante la guida con l’installazione di numerosi cartelli luminosi lungo le autostrade, pena una multa di 80 dollari e 20 punti di penalizzazione sulla patente.

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L’unico luogo dove l’applicazione non sembra utilizzabile è la Stazione Spaziale Internazionale: “non c’è internet e gli smartphone possono essere usati solo per fare ricerca” è la risposta dell’account Twitter ufficiale ad un invadente utente.

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L’app Pokémon Go mette in chiara evidenza l’ormai difficile distinzione fra ambiente digitale e quello reale, soprattutto tra le giovani generazioni; il rischio è quello di non riuscire più a distinguere il limite fra le due dimensioni, tanto da non riuscire a staccare gli occhi dallo schermo e mettere a repentaglio – a volte – la propria incolumità.